Incidente Corso Francia, Barbara Palombelli: «Basta ipocrisie. Anche io a 16 anni ho sfidato la morte senza saperlo»

Incidente Corso Francia, Barbara Palombelli: «Basta ipocrisie. Anche io a 16 anni ho sfidato la morte senza saperlo»

di Barbara Palombelli
È stato il Natale di Gaia, Camilla e Pietro.
Tre famiglie devastate, due ragazze che non ci sono più, un giovane che vivrà per sempre con i due fantasmi delle bellissime adolescenti accanto... tutti perdenti, tutti perduti in una striscia di asfalto maledetta che conosco come casa mia... un viadotto che collega la parte moderna della città con i quartieri dell'inizio secolo.
Un ponte con le aquile, un viadotto avveniristico, la memoria delle Olimpiadi... e i sedici anni: l'età in cui si sfida la morte per iniziare la vita.
Non voglio essere ipocrita: potevo essere io quella ragazza schiacciata a morte con la sua amica del cuore!
Io, con la mia - Silvia - facevo l'autostop fra Parioli e Flaminio, proprio sotto a corso Francia, giravamo con motorini improbabili in due, accettavamo passaggi in moto da chiunque... potevamo essere tutti Pietro: a corso Francia si parte, di notte, col semaforo verde e si tira dritto fino su al bivio che divide Flaminio e Parioli, sopra l'Auditorium realizzato da mio marito.
Tutti i giorni, muovendomi fra gli studi televisivi, percorro quelle strade... le vedo, le vedremo tutti sempre, Gaia e Camilla che corrono tenendosi per mano... non si chiamerà più corso Francia, si chiamerà corso di Gaia e Camilla, il loro volo verso la vita si è fermato nel cuore di tutti i romani.

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Ultimo aggiornamento: Martedì 7 Gennaio 2020, 10:36
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