Colpita ai genitali da un poliziotto durante un corteo. La denuncia di Ilaria Cauzzi: «Mi ha detto che non potevo manifestare perché donna»

La studentessa, di concerto con le sue due avvocate,: «Non staremo zitte». Il sindaco di Bologna chiede chiarezza

Colpita ai genitali da un poliziotto durante un corteo. La denuncia di Ilaria Cauzzi: «Mi ha detto che non potevo manifestare perché donna»

di Redazione web

Un calcio nelle parte intime da parte di un poliziotto durante una protesta. È la denuncia di Ilaria Cauzzi, studentessa 26enne iscritta all’Università di Bologna, che lo scorso 6 dicembre ha partecipato alla manifestazione organizzata dal Collettivo universitario autonomo (Cua) contro gli sgomberi di due occupazioni. La ragazza ha dichiarato di aver subito una violenza da parte di un poliziotto, che l'avrebbe colpita ai genitali.

La versione di Ilaria

Queste le parole della giovane: «Mi sono trovata a essere puntata da un uomo che ha scelto di arrivare alle mie parti intime con un calcio mirato». Per questo motivo Cauzzi ha deciso di sporgere denuncia, accusando il poliziotto di violenza sessuale.

La ragazza, che studia italianistica, ha raccontato: «Mi trovavo in fondo al corteo, quando è scoppiato un parapiglia: sono stata manganellata, mi è stata aperta la testa».

L'analisi

Ilaria Cauzzi non ha dubbi: l'episodio è imputabile al patriarcato. La studentessa ha spiegato: «Quello che mi è successo ha una matrice chiara: il patriarcato. Quel giorno in piazza ho sentito un uomo dirmi che lì non ci dovevo stare in quanto donna. Non ho intenzione di rimanere zitta». Le due legali di Ilaria, congiuntamente, hanno detto: «In 30 anni di lavoro non si è mai visto in contesti di piazza la polizia mirare alle parti basse di un uomo. La violenza sessuale non è solo uno stupro, ma qualunque atto abbia un carattere sessuale».

Le parole del sindaco

Il primo cittadino di Bologna, Matteo Lepore, ha commentato l'episodio: «Spero che vengano date tutte le risposte e si chiariscano i metodi di intervento che sono stati messi in atto. Quelle che abbiamo visto sono scene che non vogliamo si ripetano». 


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 13 Dicembre 2023, 15:16
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