Coronavirus, dalla Lombardia alla Sicilia: tutti i divieti regione per regione

Coronavirus, dalla Lombardia alla Sicilia: tutti i divieti regione per regione

di Giammarco Oberto
Non solo la stretta del governo sul movimento e sul lavoro degli italiani. L'emergenza coronavirus viene declinata anche dalle ordinanze firmate dai presidenti di Regione dal Nord al Sud dello Stivale che da giorni - davanti a tutti il governatore della martoriata Lombardia Attilio Fontana - chiedevano a Palazzo Chigi un intervento più radicale per via della troppa gente ancora in giro. E così le regioni del Sud con un numero ancora basso di contagi si blindano. I siciliani possono uscire di casa una sola volta al giorno per fare la spesa. I napoletani non possono ordinare una pizza da asporto. Il Nord gioca le ultime carte: in Piemonte e in Lombardia si misura la temperatira di chi va al supermercato. In Trentino non ci si può più sedere sulle panchine. E le piste ciclabili possono essere usate solo da chi va al lavoro.



LOMBARDIA Arriva il termoscanner all’ingresso dei negozi. Vietati gli assembramenti. La Lombardia tira il freno a mano. Da ieri al 15 aprile in vigore le nuove restrizioni. Fermi gli uffici pubblici non essenziali, gli studi professionali, i cantieri e la pratica di ogni sport all’aperto, anche da soli. Chiusi gli alberghi, i mercati settimanali all’aperto, i parchi (che sono già chiusi), e altre imprese anche artigianali, non legate alle filiere essenziali. Restano aperti tabaccai, farmacie, parafarmacie, supermercati. Si chiede, soprattutto ai supermarket e poi anche alle farmacie, ai luoghi di lavoro, «a partire dalle strutture sanitarie e ospedaliere», di provvedere alla rilevazione della «temperatura corporea». Tutti a caccia, dunque, dei termoscanner. Fino a ieri mattina i supermercati ancora non ne avevano, mentre nel pomeriggio il governatore lombardo ha chiarito che si tratta non di un obbligo ma di «un invito, una raccomandazione». Chi ha il cane, deve portarlo a spasso nel raggio di 200 metri dall’abitazione. E per tutti divieto di assembramento per strada: ai trasgressori 5000 euro di multa. 

LAZIO Acquisti fino alle 18. Esplode il caso zona rossa a Fondi Nel Lazio la diversità di contenuto delle ordinanze rispetto a quelle nazionali riguarda soprattutto l’apertura e la chiusura dei negozi e dei supermercati. La Regione ha infatti già imposto la chiusura degli esercizi alle ore 19 (provando quindi a limitare l’orario della spesa al massimo verso le 18) in tutti i giorni tranne la domenica, quando la chiusura scatta alle ore 15. Probabilmente, con l’ultima ordinanza del governo sul divieto assoluto di spostamento da Comune a Comune, è stata data anche una risposta alla richiesta della sindaca di Roma, Virginia Raggi, che voleva un controllo molto più stringente per coloro che arrivano in treno nella Capitale. C’è poi il caso Fondi, la cittadina in provincia di Latina che rappresenta l’unica “zona rossa” del Lazio: qui non si entra e non si esce dopo il focolaio acceso in seguito ad una festa con persone provenienti dal Nord. Ma resta problematica la gestione del grande mercato ortofrutticolo di Fondi, che serve ben 4 milioni di italiani. 

PIEMONTE Ingressi scaglionati o mercato vietato. Anche il governatore Cirio segue la linea di Fontana e dà un ulteriore giro di vite in Piemonte. L’ordinanza è in vigore fino al 3 aprile. Sono vietati i mercati all’aperto se i sindaci non sono in grado di garantire il rispetto delle distante di sicurezza. A far la spesa può andare una sola persona per famiglia. Nei supermercati è disposta la rilevazione della temperatura corporea. Chiusi uffici pubblici e studi professionali. Vietata la sosta e l’assembramento davanti ai distributori automatici di bevande e alimenti. Bloccate le slot machine.

VENETO Alimentari chiusi la domenica. In Veneto non si può fare la spesa di domenica: supermercati e negozi di generi alimentari restano chiusi durante i giorni festivi. L’ordinanza del governatore Luca Zaia introduce anche misure ulteriori, valide anche in questo caso fino al 3 aprile: chiusi tutti parchi e giardini pubblici all’aperto. Il cane può essere portato a fare i suoi bisogni a non più di 200 metri da casa. In ogni caso ci va sempre l’autocerficazione in tasca, anche per spostarsi a piedi verso i supermercati di zona. Anche l’uso della bicicletta è soggetto alle limitazioni imposte dal decreto. 

SICILIA Un'uscita al giorno per fare la spesa La Sicilia si isola: sullo stretto di Messina i controlli su chi sbarca dai traghetti sono strettissimi. Anche da e per Catania i voli sono con il contagocce. Per potenziare il messaggio “tutti a casa”, il governatore Nello Musumeci ha imposto il divieto di fare attività fisica all’aperto. Ed ha ordinato che gli acquisti, anche di generi alimentari, possano essere fatti una sola volta al giorno. Una decisione presa dopo una serie di casi segnalati dalle forze dell’ordine di persone che uscivano anche sei volte al giorno per fare la spesa. 

CAMPANIA Stop alla consegna del cibo a domicilio Pizzerie chiuse, consegna di cibo a domicilio impossibile. Il “tradizionale” piatto dei napoletani diventa un “affare di famiglia”, nel senso che la pizza si può fare solo in casa. In Campania, dopo la sistematica violazione dello “state a casa”, il governatore Vincenzo De Luca ha disposto il divieto totale di fare jogging, evocando il «lanciafiamme» pur di imporre il rispetto delle regole. Ad Angri, nel Salernitano, il sindaco ha firmato un’ordinanza con cui si consente di fare la spesa una volta a settimana, entrando nel supermercato in ordine alfabetico. 

CALABRIA "Confini blindati", non entra nessuno. La Calabria brucia sul tempo l’ordinanza del Viminale.
La neogovernatrice Jole Santelli ha firmato un’ordinanza che prevede - anche in questo caso fino al 3 aprile - «il divieto di ogni spostamento delle persone fisiche in entrata e in uscita dal territorio regionale». «Si potrà entrare o uscire dalla Calabria - spiega - solo per spostamenti derivanti da comprovate esigenze lavorative legate all’offerta di servizi essenziali oppure per gravi motivi di salute». Stessa scelta per il governatore della Basilicata Vito Bardi: dalla regione non entra e non esce nessuno. 


 
Ultimo aggiornamento: Lunedì 23 Marzo 2020, 08:46
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