Casa di prostitute cinesi chiusa: la maxi operazione dei carabinieri
Dall’utenza telefonica i carabinieri hanno individuato un appartamento nel centro e altri nella provincia di Padova (Piove di Sacco) e anche nelle Marche (appunto Macerata e Jesi). All’interno delle case di appuntamento - stando alla ricostruzione dei carabinieri - decine di giovani cinesi venivano costrette ad avere rapporti sessuali a pagamento con i clienti forniti dalle loro tre presunte aguzzine.
Il cliente, dopo aver annotato il numero di telefono indicato nell’annuncio del sito web, contattava l’utenza e dall’altra parte rispondeva una delle tre sfruttatrici. Il terzetto teneva i primi contatti per verificarne l’attendibilità, concordare le modalità della prestazione, il prezzo ed eventuali richieste particolari.
Il secondo step era la telefonata diretta alla squillo che di lì a poco il cliente avrebbe incontrato con la conferma dell’appartamento e del prezzo concordato. Un tariffario variegato da 50 euro a 500, per richieste particolari e clienti più facoltosi, giunti anche in aereo, cui venivano assicurate prestazioni direttamente in albergo, con possibilità di intrattenersi per la nottata anche con prestazioni ulteriori. Il tutto organizzato nei minimi dettagli. Vasche da bagno idromassaggio, suite e camere allestite e personalizzate in base alle preferenze. Tra le modalità di adescamento anche l’utilizzo di un’apposita app per messaggistica istantanea.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 28 Febbraio 2019, 10:07
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