Cambia sesso, lo comunica all'azienda e subito dopo viene licenziata: «Mi sento emarginata, dai colleghi nessun aiuto»

Le motivazioni della ditta fanno riferimento a un calo del lavoro, ma secondo la giovane trans non è così perché, proprio una settimana prima, negli uffici erano entrate delle nuove risorse

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di Serena De Santis

Ha detto all'azienda che stava affrontando un percorso di transizione, per diventare donna, e nei giorni successivi è arrivata un'email che le comunicava di essere stata licenziata. È quello che è accaduto a una donna della provincia di Pisa (geneticamente maschio alla nascita) che fino alla scorso mese lavorava in un'azienda della zona e che ha deciso di denunciare l'accaduto allo sportello Voce dell'Arci Valdera, che si occupa di raccogliere denunce di discriminazioni in tutta la provincia pisana.

La transizione e poi il licenziamento

I fatti risalirebbero allo scorso mese. La giovane trans, dopo aver deciso di intraprendere un percorso per cambiare sesso, ha deciso di comunicare ai suoi capi la propria scelta ma, in seguito, la ragazza ha ricevuto una doccia fredda. Pochi giorni dopo la comunicazione, infatti, nella sua casella di posta è comparsa una lettera di licenziamento, che conteneva come motivazione un calo della produzione, troppo basso per continuare a lavorare nella ditta. Quindi, secondo quanto riferito dall'azienda, il motivo del suo allontanamento sarebbe riconducibile soltanto a questioni di bilancio economico interno.

«MI sento emarginata, dai colleghi nessun aiuto»

Ma non la pensa così l'ex lavoratrice, che ha deciso di rivolgersi a Voice: uno sportello che negli ultimi mesi è diventato un vero e proprio punto di riferimento per la comunità Lgbtq+.

Il servizio, infatti, offre un supporto legale per tutti coloro che sono vittime di discriminazione, in ambito familiare, scolastico e lavorativo. Per questo la ragazza ha deciso di rivolgersi a Voice, spiegando come secondo lei sia stata vittima di un vero e proprio episodio di emarginazione. A farle venire il sospetto non è stato il licenziamento, ma il fatto che soltanto una settimana prima la stessa azienda aveva assunto diverse persone. Segno, quindi, che l'azienda non sta soffrendo per un calo del lavoro. Lei ha spiegato, tra l’altro, di non aver trovato supporto da parte degli altri colleghi: nessuno o quasi si sarebbe schierato né avrebbe fatto sentire la sua voce con forza per sostenerla.

Sulla vicenda, che è stata raccontata da Repubblica, attualmente si sta muovendo Voice, che ha deciso di «non rendere identificabile la vittima della discriminazione, perché c'è una causa in corso ed è giusto che sia l'autorità giudiziaria a pronunciarsi».


Ultimo aggiornamento: Martedì 2 Aprile 2024, 14:06
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