Reddito di cittadinanza, l'autore della bufala: «Ecco perché lo abbiamo fatto»
«Mi figlio e i suoi compagni di classe hanno partecipato a una gara campestre in città, poi hanno chiesto a noi genitori di tornare a casa da soli in autobus», ha raccontato l’uomo alla Gazzetta di Modena. «Per mio figlio era la prima volta: è tornato a casa in lacrime, con la fotosegnalazione come se fosse un criminale, e una multa di 67 euro che nel giro di poche settimane può salire a 260».
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Il tutto per la differenza di 20 centesimi nel biglietto che sua madre gli aveva dato: per tornare a casa ne serviva uno da 1,50, mentre la mamma gli aveva dato un biglietto da 1,30. Dallo scorso settembre, per scoraggiare chi usa il bus senza biglietto, è stata infatti introdotta questa misura di fotografare i passeggeri privi di biglietto e documenti, misura applicata anche ai minorenni: il controllore, sostenendo che quel titolo di viaggio fosse incompleto, ha chiesto al bambino nome e cognome, facendogli una multa e fotografandolo.
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Secondo l’azienda, questo comportamento da parte del controllore è pienamente legittimo: «Dal punto di vista regolamentare la sanzione trova piena giustificazione nell’uitilizzo da parte del passeggero di un titolo di viaggio insufficiente - ha fatto sapere la Seta in una nota - tale fattispecie è indipendente dalla quota di costo non pagata o dall’età del viaggiatore». Insomma, che il trasgressore avesse solo 11 anni e che abbia ‘trasgredito’ per soli 20 cent, non importa: la multa andava fatta comunque, in barba al buon senso.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 17 Dicembre 2018, 21:17
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