Il barbiere Tonino scrive a Conte: «Perché stare chiusi? Non c'è pericolo». Il premier gli risponde su Fb

Il barbiere Tonino scrive a Conte: «Perché stare chiusi? Non c'è pericolo». Il premier gli risponde su Fb
Questa mattina il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, in un messaggio postato sulla sua pagina Facebook, in occasione del Primo Maggio ha voluto rispondere alle lettere di alcuni lavoratori che gli avevano scritto per lamentare le loro condizioni di difficoltà in questo periodo di emergenza coronavirus. Tra di loro, un barbiere 60enne di Potenza, Tonino Miglionico, sposato con due figlie, che aveva inviato al premier una lunga missiva in cui raccontava di fare il barbiere dal 1978.

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Nella lettera, intitolata «Professione barbiere», Tonino dice a Conte: «Lo so che con tutti i problemi che ora ha l'Italia prestare attenzione a chi maneggia forbici e rasoi è forse chiedere troppo. Certo, tagliarsi i capelli non è considerato bene di prima necessità come fare la spesa per mangiare. Ma con questo mestiere mangiamo io e la mia famiglia dal '78, da quando ho alzato per la prima volta la saracinesca del mio salone in centro, a Potenza».

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«Mi domando e le domando - scriveva il barbiere - va bene essere cauti perché questo virus ha già fatto troppi danni e spedito all'altro mondo migliaia di persone, anche alcuni dei miei amici e dei miei stessi clienti. Ma perché costringerci a stare chiusi se, per esempio, nella mia regione, l'epidemia è sotto controllo e da tre giorni in tutta la Basilicata si registrano zero contagi?».

 


"DA NOI NESSUN PERICOLO" «Qui da noi - aveva aggiunto - non c'è nessun pericolo: un salone aperto, tutti in mascherina, e regolare fattura servono a dare un pò di fiducia in più a questo Paese che vuol ripartire.
E poi, lo ammetto: non posso permettermi altri mesi di stop. Già qualche anno fa sono rimasto fermo per lungo tempo a causa di un brutto infortunio che mi ha impedito di lavorare. E se ce l'ho fatta a non annegare è stato grazie a qualche piccolo risparmio familiare e all'aiuto dei miei genitori. Ma ora è tutto più difficile e non so fino a quando potrò resistere». Miglionico infine invitava Conte ad andarlo a trovare e concludeva con un impegno e un commento ironico e amaro: «Glielo prometto: faremo tutte le sanificazioni necessarie, spenderemo quanto serve ma ci faccia ripartire. C'è la famiglia da mandare avanti e il fitto da pagare. A proposito: se sente qualcuno all'Inps gli dica anche che ho fatto richiesta per i 600 euro. Ma non sono arrivati neanche quelli». 

 


LA RISPOSTA DI CONTE In un passaggio della sua lettera, Conte gli ha così risposto: «Ho percepito tutta la passione di Tonino per il suo salone di barbiere aperto a Potenza nel 1978, l'attaccamento agli attrezzi del mestiere: le forbici, il rasoio. Sono sicuro che, con il rispetto delle regole adottate, in alcuni territori si potrà rallentare notevolmente la curva del contagio. E attività come la sua potrebbero rialzare prima del previsto la saracinesca: se abbassiamo il rischio di contrarre il virus e rispettiamo i protocolli di sicurezza, tanti clienti torneranno a tagliarsi i capelli senza essere bloccati dalla paura».
Ultimo aggiornamento: Venerdì 1 Maggio 2020, 18:41
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