Mamma 15 anni dopo il tumore, la piccola Marta nasce grazie al reimpianto di tessuto ovarico

Prima delle chemioterapie la donna, oggi 36enne, si sottopose all'espianto per non rinunciare alla prospettiva di avere figli

Mamma 15 anni dopo il tumore, la piccola Marta nasce grazie al reimpianto di tessuto ovarico

di Redazione web

Quella di Marta (nome di fantasia) e della sua mamma è una storia a lieto fine. La piccola, nata il mese scorso a Verona, è il primo caso in città di una gravidanza ottenuta grazie al reimpianto di tessuto ovarico. Un evento straordinario, che segna un significativo progresso nel campo della procreazione medicalmente assistita e rappresenta una speranza tangibile per molte donne che affrontano la perdita della fertilità a causa di trattamenti medici, come la chemioterapia.

La storia di Marta (e della sua mamma)

La storia di Marta inizia con la battaglia della sua mamma contro il Sarcoma di Ewing, una forma di tumore diagnosticato in adolescenza che la portò ad affrontare trattamenti gonadotossici con il rischio di perdere irrimediabilmente la capacità riproduttiva. Per preservare questa possibilità, il tessuto ovarico fu asportato e crioconservato prima dell'inizio delle terapie. Dopo 15 anni, e considerata ormai ex paziente oncologica, la donna oggi 36enne si è avvicinata al Centro di Procreazione Medicalmente Assistita dell'Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona per iniziare il percorso che l'ha portata a diventare madre.

La fecondazione assistita

La procedura, guidata dal dottor Gugliemo Ragusa, ha incluso il reimpianto del tessuto ovarico e la successiva stimolazione per ottenere ovociti, culminata con una fecondazione in vitro tramite tecnica ICSI.

Contrariamente alle statistiche che suggeriscono la necessità di 10-15 ovociti per una riuscita positiva, in questo caso è bastato un solo ovocita per dare vita a Marta.

La conservazione del tessuto ovarico

Questa storia non solo celebra la nascita di una bambina ma sottolinea l'importanza della preservazione della fertilità per le pazienti oncologiche. In un mondo in cui una donna su 49 è a rischio di sviluppare un cancro tra la nascita e i 39 anni, la possibilità di mantenere viva l'opzione della maternità dopo la guarigione è fondamentale. La crioconservazione degli ovociti è la tecnica più diffusa per preservare la fertilità, ma il caso di Marta evidenzia come il trapianto di tessuto ovarico rappresenti un'alternativa preziosa, specialmente per quelle pazienti che non possono sottoporsi a stimolazione ovarica a causa delle urgenze terapeutiche.


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 6 Marzo 2024, 12:54
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