Amanda Knox e le accuse a Lumumba, la Cassazione: «Dichiarazioni compromesse dalle violazioni al diritto di difesa»

Sono state rese note le motivazione per lo slittamento del ri-esame della senteza di calunnia per Amanda Knox

Amanda Knox e le accuse a Lumumba, la Cassazione: «Dichiarazioni compromesse dalle violazioni al diritto di difesa»

di Marta Goggi

«Come chiaramente spiegato dalla Corte di Strasburgo, le violazioni accertate del diritto all'assistenza difensiva e linguistica hanno compromesso irrimediabilmente le dichiarazioni rese nella notte del 6 novembre 2007, sia quelle delle ore 1:45 che quelle delle ore 5.45». È quanto si legge nelle motivazioni con cui la Cassazione lo scorso 12 ottobre, dopo il ricorso presentato dalla difesa di Amanda Knox contro la condanna a tre anni per calunnia nei confronti di Patrick Lumumba, ha annullato con rinvio la sentenza disponendo un nuovo processo davanti alla Corte di Assise d'Appello di Firenze.

Corte europea per i diritti dell'uomo

Knox è già stata assolta in via definitiva insieme a Raffaele Sollecito per l'omicidio di Meredith Kercher. L'impugnazione per l'accusa di calunnia è avvenuta sulla base di una pronuncia della Corte europea per i diritti dell'uomo. Per i supremi giudici della Quinta Sezione Penale, come si legge nelle 63 pagine di motivazioni depositate oggi, «le violazioni hanno condizionato in modo decisivo il momento stesso della formulazione delle accuse calunniose a carico di Lumumba, rese dalla Knox senza che le venisse garantita la dovuta assistenza di un difensore e senza che fosse assicurata un'adeguata e corretta assistenza linguistica». 

Cassazione 

Per la Cassazione, «quelle accertate dalla prima sezione della Corte Edu sono sì violazioni di carattere processuale, il diritto all'assistenza difensiva e a quella linguistica, che impattano, tuttavia, non già sul processo che si è svolto a carico della Knox per calunnia, ma sull'in sé di quest'ultimo reato; le violazioni, infatti, hanno condizionato in modo decisivo il momento stesso della formulazione delle accuse calunniose a carico di Lumumba, rese dalla Knox senza che le venisse garantita la dovuta assistenza di un difensore e senza che fosse assicurata un'adeguata e corretta assistenza linguistica».

«Ed è stata la stessa Corte Edu che, pur posta a confronto con la giurisprudenza di questa Corte sulla possibilità di considerare comunque quale corpo di reato di calunnia le dichiarazioni rese da soggetto indagabile senza l'assistenza difensiva, ha neutralizzato l'argomentazione del Governo italiano, sottolineando che ciò non costituiva un 'motivo imperioso' che consentisse il sacrificio del diritto all'assistenza difensiva.

Ne consegue che la perentoria affermazione dei Giudici di Strasburgo circa la sussistenza delle violazioni in parola caratterizza negativamente e irrimediabilmente gli stessi momenti in cui la Knox si è determinata ad accusare falsamente l'innocente Lumumba. Si ritiene, pertanto, che la violazione al diritto ad un equo processo garantito dall'art. 6 Cedu, nei termini accertati dalla Corte di Strasburgo, mini in radice la possibilità di utilizzare processualmente quale corpo del reato di calunnia le dichiarazioni rilasciate da Amanda Knox alle ore 1.45 e alle ore 5.45 del 6 novembre 2007 che devono essere, quindi, espunte dal materiale a carico».

I risultati

Alla luce della decisione della Cassazione, nel nuovo processo «la Corte di assise di appello non potrà rimettere in discussione l'utilizzabilità quali corpo di reato dei verbali di dichiarazioni della Knox delle ore 1.45 e delle ore 5.45, ma dovrà espungerli dal materiale utilizzabile - spiegano i supremi giudici - La Corte territoriale, poi, dovrà valutare se, tenuto conto dell'intero patrimonio probatorio, il memoriale scritto da Amanda Knox il 6 novembre 2007 contenga, effettivamente, dichiarazioni accusatorie nei confronti di Lumumba formulate nella consapevolezza della sua innocenza che possano 'sostenere'il giudizio di colpevolezza già formulato».


Ultimo aggiornamento: Giovedì 23 Novembre 2023, 19:22
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