Amanda Knox "torna" in Italia: in Cassazione il ricorso contro l'accusa di calunnia a Lumumba nell'omicidio di Meredith Kercher

La sentenza le era valsa una condanna a tre anni di reclusione

Video

di Redazione web

Approda domani in Cassazione il ricorso con il quale Amanda Knox, dopo essere stata definitivamente riconosciuta estranea all'omicidio di Meredith Kercher, chiede di essere assolta anche per la calunnia nei confronti di Patrick Lumumba, reato per il quale venne condannata a tre anni di reclusione.

Sentenza diventata definitiva ma ora impugnata dall'americana - con gli avvocati Carlo Dalla Vedova e Luca Luparia Donati - facendo leva sulla decisione a lei favorevole della Corte europea dei diritti dell'uomo e di un nuovo articolo introdotto nel codice di procedura penale con la riforma Cartabia. L'istanza verrà esaminata dalla quinta sezione in camera di consiglio e in forma «non partecipata».

Amanda Knox chiede di annullare la condanna per calunnia, Patrick Lumumba: «No, la verità va rispettata»

​Amanda Knox di nuovo mamma, la foto incinta (con la bottiglia in mano) scatena le polemiche

Amanda Knox non sarà in aula

Memorie e documenti sono stati già inviati alla Corte e nessuno degli interessati sarà quindi presente in aula. La decisione verrà comunicata alle parti con una posta elettronica certificata tra la serata di domani e venerdì. La procura generale presso la Cassazione ha intanto chiesto il rigetto del ricorso. Sostenendo che la giurisprudenza italiana sia «più forte» della decisione presa in sede europea. Costituito nel giudizio anche Lumumba, con l'avvocato Carlo Pacelli, anche lui chiedendo che l'istanza venga respinta.

I giudici della Cassazione potranno decidere di confermare la condanna per calunnia (già scontata con i quasi quattro anni passati in cella per l'omicidio Kercher al quale si è sempre proclamata estranea), di revocare senza rinvio, cioè assolvere, o di annullare con rinvio, e in questo caso ci sarebbe un nuovo processo da celebrare a Perugia ma solo per quel reato.

Al centro di questo troncone processuale le dichiarazioni rese da Knox agli investigatori poco prima di essere arrestata e con le quali accusò del delitto Lumumba che per quelle parole finì in carcere per 14 giorni prima che venisse accertata la sua estraneità al delitto e prosciolto su richiesta dal pm.

 

La difesa di Amanda Knox

«La Corte europea ha però stabilito che c'è stata una gravissima lesione del diritto di difesa di Knox - ha detto all'ANSA l'avvocato Dalla Vedova - perché le dichiarazioni che hanno poi portato alla contestazione della calunnia furono rese senza l'assistenza di un difensore e per la mancanza di un traduttore.

La sentenza di condanna è stata quindi viziata, Amanda Knox non ha calunniato Lumumba e non ha mai inteso farlo».

I legali fanno poi riferimento al nuovo articolo 628-bis del codice di procedura penale relativo alla «richiesta per l'eliminazione degli effetti pregiudizievoli delle decisioni adottate in violazione della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell'uomo» e alla raccomandazione R (2000) 2, del Comitato dei ministri del Consiglio d'Europa che ha invitato gli Stati contraenti ad adottare una qualche forma di riapertura del procedimento nelle ipotesi in cui la Corte abbia accertato una violazione dei diritti.


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 11 Ottobre 2023, 13:47
© RIPRODUZIONE RISERVATA