Allarme baby pornografia: sul web il primo contatto con immagini esplicite già a sette anni. L'esperta: «Attenzione alle battute a sfondo sessuale»

Allarme baby pornografia: sul web il primo contatto con immagini esplicite già a sette anni. L'esperta: «Attenzione alle battute a sfondo sessuale»

di Lorena Loiacono
Allarme internet tra i più piccoli: vedono la prima immagine pornografica già a 7 anni e un adolescente su cinque subisce molestie in rete. Rischi altissimi su cui le famiglie devono alzare l'allerta. Sempre connessi, tra giochi online e video musicali, e costantemente a rischio di entrare in contatto con contenuti sessuali a loro vietati. L'età del primo contatto con la pornografia si sta decisamente abbassando, fino ai primissimi anni di scuola, quando i bambini iniziano a navigare in internet, senza controllo, e a trovare online risposte del tutto inappropriate alle loro prime curiosità sul mondo dei grandi.

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L'allarme arriva dall'Osservatorio nazionale Adolescenza onlus: l'età media della prima esposizione alla pornografia è tra i 7-8 e gli 11 anni e viene spesso favorita dalla disponibilità di un proprio smartphone e di un accesso a internet senza filtri. Se i bambini e i ragazzi ricorrono alla rete per socializzare e giocare, sono abituati a cercare lì qualunque tipo di informazione, senza una guida, anche rispetto alla loro sessualità.


Secondo i dati dell'Osservatorio, in quinta elementare i bambini sono già entrati in contatto almeno una volta con filmati hard, proprio a causa del costante accesso alla rete. In Europa il 14% dei ragazzi tra i 9 e i 16 anni ha visto online scene con contenuti sessuali. Un dato preoccupante visto che i cosiddetti nativi digitali tanto veloci online, restano però confusi e poco informati sull'educazione sessuale: il 95% di loro, infatti, non riceve informazioni né a casa né a scuola. Oltre nove adolescenti su 10 sono pieni di dubbi a cui non riescono a trovare risposte con l'aiuto degli adulti. La risposta più facile ma anche la più pericolosa arriva da un semplice click sui motori di ricerca. E il rischio è che, dopo un primo contatto involontario, il bambino continui a cercare quel tipo di contenuti e che, in una fase tanto delicata dello sviluppo, possa pensare che i modelli di sessualità e di relazioni affettive proposti dalla pornografia siano normali e perciò da cercare, anche in futuro, nella vita reale.


Non solo, tra i rischi peggiori c'è anche l'adescamento online: una recente ricerca di Eu Kids Online denuncia che nel periodo 2016-2018 il 18% dei ragazzi tra gli 11 e i 17 anni ha riferito di essere stato infastidito sul web, mentre una percentuale tra il 13% al 17% dichiara si è accorto di essere stato derubato delle proprie credenziali e dei propri dati personali online.
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L'ESPERTA: «UNO DEI SEGNALI LE BATTUTE A SFONDO SESSUALE»

Maura Manca, psicologo clinico e psicoterapeuta, presidente dell'Osservatorio nazionale Adolescenza onlus, a che cosa sono esposti i bambini?

«Oggi siamo in una società in cui anche i bambini delle elementari sono sempre più a contatto con gli stimoli di natura sessuale. Entrano in contatto con contenuti espliciti anche senza ricercarli, anche con i video musicali. Basta avere un telefonino o un tablet».

Che rischio si corre?
«Nel caso della pornografia, è sbagliato inserire quelle immagini in un tessuto con cui non sono venuti già in contatto: non hanno competenze per decodificare quelle immagini».

È sufficiente vietare l'uso di internet?
«Temo di no. Alle elementari la curiosità porta a cercare informazioni online, quindi un bambino che non usa lo smartphone può accedere a quelle immagini tramite le ricerche del compagno di scuola. E può accadere anche a 7 anni».

Come se ne può accorgere un genitore?
«Dal fatto che i bambini iniziano a fare battute con contenuti sessuali che prima non facevano oppure fanno domande esplicite».

Come reagire?
«Non dobbiamo trattare l'argomento come un tabù».

Non si rischia di istigarli?

«No, il loro mondo è già ipersessualizzato: internet è pieno di video dove il corpo la fa da padrone. Parlarne fa sì che i bambini si sentono liberi di affrontare questi discorsi con mamma e papà. Anche per far capire ai piccoli che la sessualità del bambino non è quella dell'adulto: è quindi sempre meglio che siano i genitori la guida e l'orientamento, proprio per tenere alla larga i pericoli».
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Ultimo aggiornamento: Lunedì 7 Ottobre 2019, 08:26
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