Paola Cortellesi: «Per Natale divento una maestra befana»

Paola Cortellesi: «Per Natale divento una maestra befana»

di Alessandra De Tommasi
Regina delle feste e maga del box office: Paola Cortellesi è ormai tra le icone femminili del cinema italiano. L’incoronazione, se mai ve ne fosse bisogno, arriva dalla 41° edizione delle Giornate professionali di cinema di Sorrento, una mega-convention che celebra i successi dell’anno e soprattutto anticipa i titoli più attesi. Come un gatto in tangenziale, di cui è interprete e sceneggiatrice, è stato non solo il film più visto (e per questo si è aggiudicato il Biglietto d’oro) ma anche il più amato della stagione (Chiavi d’oro del successo).
A Natale, come lo scorso anno, porta in sala una commedia delle feste. Come se la cava con l’ansia da prestazione?
«Io la chiamo “aspettativa” ma sono felice di partecipare alle feste del pubblico al cinema. D’altronde a casa mia è sempre stata una tradizione».
Quali sono stati i suoi Natali al cinema più felici?
«Quelli con La carica dei 101 ed E.T. – L’extraterrestre, ma per fortuna in famiglia frequentavamo la sala spesso e volentieri, non solo durante le vacanze».
È vero che il titolo “Come un gatto in tangenziale” è venuto in mente a lei?
«Con mio marito Riccardo Milani, che l’ha diretto, ancora ci scherziamo su, perché ciascuno dei due rivendica la paternità».
Partner nella vita e sul set: come fate a non parlare no-stop di un progetto?
«Tra noi non c’è per fortuna una regola auto-imposta che ci vieta di parlare di un film a casa. Quindi difficilmente si stacca, ma cerchiamo di trovare un equilibrio».
Lei riesce a staccare del tutto?
«Sono una di quelle persone che si sveglia di notte per prendere appunti o registrare alcune idee con un audio, quindi non conosco la definizione di “sonno profondo”, ma i risultati ci ripagano».
E anche i riconoscimenti, come abbiamo visto...
«Avranno un posto speciale sulla mensola, soprattutto perché Come un gatto in tangenziale rappresenta un’eccezione, ha messo d’accordo critica e pubblico, ma soprattutto mi ha fatto crescere molto anche come sceneggiatrice. Credo sia piaciuto perché parla di un argomento attuale».
Il 27 dicembre arriva in sala con le scarpe tutte rotte della beniamina dei bambini nel fantasy “La befana vien di notte”. Come ha spiegato a sua figlia Laura la doppia identità della mamma?
«L’ho risolta in maniera semplice, senza rovinare la magia: le ho detto che interpreto un personaggio realmente esistito, come mi è già capitato in altri film, e lei ha capito perfettamente».
Chi è la sua Befana?
«Una strega che di giorno lavora come maestra alle Elementari e ha qualche problema di cuore a causa della sua immortalità, oltre a patire il maschilismo dell’ambiente. Babbo Natale viaggia comodo in abiti eleganti e fa da testimonial a una bibita famosa, mentre lei non viene presa neppure per la pubblicità del lassativo. Le pare possibile?».
Ultimo aggiornamento: Giovedì 6 Dicembre 2018, 09:12
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