Venezuela, 13 morti in ospedale per il black out

Venezuela, 13 morti in ospedale per il black out
Tredici pazienti sono morti in un solo ospedale dello Stato Monegas, nel nordest del Venezuela, a causa del blackout elettrico iniziato giovedì scorso nel paese sudamericano. Lo ha denunciato su Twitter Julio Castro, un medico specialista locale. Alle 11.30 (le 16.30 in Italia), ha scritto Castro, nell'Ospedale Manuel Nunez Tovar di Maturin, capitale dello Stato - «senza luce e senza generatore elettrico» - sono morti 9 pazienti ricoverati nel servizio di emergenza, 2 in ostetricia, uno in traumatologia e uno in terapia intensiva neonatale.

Il blackout elettrico che ha colpito il sistema elettrico in Venezuela ha lasciato il 96% del paese scollegato da internet, ha reso noto su Twitter Netblocks, associazione che si dedica a monitorare l'accesso alla rete Internet a livello globale, in base all'analisi dei dati di collegamento dal paese sudamericano. 

 
 


Diosdado Cabello, presidente dell'Assemblea Costituente e numero due del partito di governo in Venezuela, ha detto oggi: «Per fortuna siamo riusciti a ristabilire il servizio elettrico nel 70% del Paese». Poi Cabello ha spiegato che «è l'imperialismo che sta attaccando, hanno attaccato il cervello, la banca dati del sistema, i server. Li hanno attaccati fisicamente e li hanno attaccati tecnologicamente, con mezzi cibernetici». 

Intanto le unità antisommossa della polizia venezuelana, che avevano tentato di impedire la concentrazione dei manifestanti sulla Avenida Victoria a Caracas, dove arrivano i cortei convocati dal leader dell'opposizione, Juan Guaidò, si sono ritirate senza incidenti dal luogo, lasciando lo spazio libero per la protesta.

«Pensano di spaventarci oggi, ma avranno una sorpresa dal popolo e dalla piazza», ha scritto Guaidò su Twitter davanti alle notizie relative all'intervento di polizia e forze speciali. «Pretendono di prenderci per stanchezza, ma non hanno alcuna chance di contenere un popolo che è determinato a ottenere la fine dell'usurpazione. E oggi lo faremo vedere per strada. Attenti», ha aggiunto.

La ritirata degli agenti è stata salutata con applausi e ovazioni dalla folla, che è cresciuta durante l'ultima ora, dopo che si erano registrati momenti di tensione, quando la polizia ha cercato di impedire la concentrazione dei manifestanti. La polizia ha provato a contenere con gli scudi le prime persone che sono affluite nel punto previsto per il comizio finale della manifestazione. Gli agenti hanno usato anche in modo sporadico gli spray urticanti, provocando lo svenimento di una signora anziana, che stava cercando di parlare con la polizia, che è stata accudita da paramedici. 

Riferendosi a Guaidò, presidente dell'Assemblea Costituente Cabello ha detto che «l'usurpazione che sta tentando sulla presidenza non ha avuto e non avrà successo» e che «vuole costantemente fare del danno al nostro popolo, chiedendo sanzioni, chiedendo il blocco, chiedendo che gli taglino la luce al popolo, agli ospedali, alle cliniche, a quelli che sono malati».

Il presidente venezuelano Nicolas Maduro intanto ha convocato i cittadini a partecipare oggi alla Marcia Antimperialista Bolivariana, organizzata «a quattro anni dal nefasto decreto interventista dell'Impero nordamericano», cioè dalle prime sanzioni imposte dall'allora presidente Usa, Barack Obama, a sette dirigenti del governo di Caracas. «Continuiamo con la lotta e la vittoria in risposta alla permanente e brutale aggressione contro il nostro popolo», ha scritto Maduro su Twitter, aggiungendo che «oggi più che mai siamo antimperialisti» e concludendo che «non ci arrenderemo mai!». 


 
Ultimo aggiornamento: Sabato 9 Marzo 2019, 19:41
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