Ucraina, spiragli di tregua: sì ai colloqui con i russi. Zelensky: «Non ci credo, ma proviamo»

Ucraina, spiragli di tregua: sì ai colloqui con i russi. Zelensky: «Non ci credo, ma proviamo»

di Claudio Fabretti

Uno spiraglio per la trattativa nell’Ucraina dilaniata dalla guerra. Kiev ha accettato la proposta di avviare colloqui con una delegazione di Mosca al confine con la Bielorussia, dove passa il fiume Pripyat. Il presidente Volodymyr Zelensky all’inizio aveva escluso di prendere in considerazione il territorio della Bielorussia, ormai parte in causa del conflitto, al fianco delle truppe di Putin. Ma alla fine le delegazioni hanno ripiegato sul confine - ma non a Gomel, come proposto dai russi. Pripyat è a un passo dalla centrale nucleare di Chernobyle. A guidare la delegazione del Cremlino sarà Vladimir Medinsky, ex ministro della Cultura. L’Ucraina, invece, dovrebbe essere rappresentata dal ministro della Difesa, Oleksii Reznikov. 
Si apre quindi un delicato tentativo di far tacere le armi, anche se il presidente ucraino Zelensky è diffidente: «Non credo molto all’esito di questo incontro, ma proviamoci», ha dichiarato, sottolineando di voler mostrare ai suoi concittadini e al mondo di aver tentato fino all’ultimo a dialogare. «Se l’Ucraina rifiuta il negoziato sarà responsabile per lo spargimento di sangue», aveva ammonito in giornata lo stesso Medinsky.
Ma la guerra continua a divampare. Violenti combattimenti, in particolare, a Kharkiv dove le forze ucraine hanno ripreso il controllo della seconda città del paese, respingendo le truppe russe. Anche Kiev è sotto assedio da giorni e il sindaco Vladimir Klitchko ha denunciato come sia «impossibile evacuare i civili». Ma le forze ucraine resistono. «Putin non è riuscito a raggiungere nessun obiettivo strategico in tre giorni e mezzo di guerra - proclama il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba - Voleva un’operazione lampo ma nessuna grande città è in mano dei russi». 
E mentre l’Europa si mobilita con le manifestazioni di pace (mezzo milione di persone in marcia ieri nel corteo di Berlino), l’Ue ribadisce con fermezza di voler portare a termine le sanzioni: «Stop alle transazioni con la banca centrale russa e congelamento dei suoi asset all’estero.

Esclusione di importanti banche russe da Swift», stando alle parole della presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, che ricorda: «L’Ucraina è una di noi e la vogliamo nell’Unione». Forse anche per questo «per la prima volta l’Ue fornirà armi a un Paese sotto attacco». E mentre Putin ordina l’allerta del sistema di deterrenza nucleare, il mondo trattiene il respiro e attende l’esito del primo giorno di trattative tra Ucraina e Russia.


Ultimo aggiornamento: Lunedì 28 Febbraio 2022, 11:16
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