Tumore al seno, l'Ai scopre quanti casi sfuggono ai medici. La paziente Barbara: «Senza il test sarebbe stato troppo tardi»

Il test è stato svolto da 10.889 donne, tra cui 11 presentavano piccoli segni di tumore e sono state curate in tempo. Lo strumento, però, presenta ancora alcuni limiti

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di Serena De Santis

La scienza continua a fare passi da gigante e, anche questa volta, arrivano grandi novità dall'Intelligenza artificiale (AI).

In Scozia, negli studi del sistema sanitario finanziato dai fondi pubblici Nhs Gramain, è stato elaborato Mia: il nuovo strumento realizzato con l'AI che è riuscito a identificare con successo piccoli segni di cancro al seno in 11 donne che, nonostante tutte le visite, erano sfuggiti ai medici. L'apparecchio è stato sperimentato insieme ai professionisti del Servizio nazionale ed è riuscito ad analizzare le mammografie di oltre 10.000 donne. La maggior parte di loro non presentava sintomi inerenti al tumore, escluse le 11 donne che invece presentavano dei piccoli indici che, con delle analisi più approfondite, sono stati confermati dai dottori.

Come riporta la BBC, un esempio è Barbara, il cui cancro è stato individuato da Mia e che era sfuggito ai primi controlli. Nelle prime fasi, infatti, il tumore è solitamente inferiore ai 15mm e può essere davvero difficile da individuare, ma se preso in tempo le pazienti hanno un tasso del 90% di sopravvivenza nei successivi cinque anni. Quello di Barbara, infatti, era grande 6mm ed è stato curato tempestivamente con una terapia meno invasiva. È stata subito operata, così da aver avuto bisogno soltanto di cinque giorni di radioterapia. «Sono stata molto contenta di questo trattamento - ha dichiarato Barbara -. La terapia è stata meno invasiva, rispetto a quella che invece hanno svolto mia madre e mia sorella, che hanno avuto la mia stessa malattia. Senza Mia il tumore, forse, sarebbe stato scoperto soltanto fra tre anni, quando avrei fatto nuovamente la mammografia, e forse sarebbe stato troppo tardi».

Milioni di mammografie per Mia

Gli strumenti di intelligenza artificiale sono generalmente abbastanza efficaci nell’individuare i sintomi di una malattia specifica, se sono addestrati con dei dati sufficienti per consentirne l’identificazione. Ciò significa alimentare il programma con il maggior numero possibile di immagini anonime di tali sintomi, provenienti da una quantità di persone più diversificata possibile. Sarah Kerruish, una dei creatori e Chief Strategy Officer di Kheiron Medical, ha spiegato come ci siano voluti ben sei anni per costruire e addestrare Mia, che utilizza la potenza del cloud computing di Microsoft, ed è stata addestrata su milioni di mammografie di donne provenienti da tutto il mondo.

A partecipare allo studio sono state 10.889 donne, di cui soltanto 81 non ha voluto che lo strumento realizzato con l'intelligenza artificiale controllasse le loro scansioni. Il processo Mia è solo uno dei primi test, effettuato con un prodotto unico nel suo genere. L'Università di Aberdeen ha convalidato in modo indipendente la ricerca, ma i risultati della valutazione non sono stati ancora sottoposti a revisione paritaria. Il Royal College of Radiologists afferma che la tecnologia ha del potenziale, ma ancora presenta alcuni limiti visto che l'AI è ancora tutta da scoprire.

Nessuno dei casi trovati da Mia, infatti, è stato esclusivamente lavorato dalla macchina, bensì ciascuno è stato sottoposto anche alla revisione umana, che ha potuto constatare come l'algoritmo avesse bisogno ogni volta di essere aggiornato prima di procedere con le nuove diagnosi. Attualmente due radiologi esaminano ogni singola scansione, ma la speranza è che uno di loro possa un giorno essere sostituito dallo strumento, dimezzando di fatto il carico di lavoro per ogni squadra medica.


Ultimo aggiornamento: Venerdì 22 Marzo 2024, 12:20
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