I dimostranti hanno acceso candele anche in onore degli altri cinque croato-bosniaci per i quali è stata ugualmente confermata al Tpi dell'Aja la condanna di primo grado. Come riferisce l'agenzia Fena nelle chiese cattoliche della città sono state celebrate messe di suffragio, mentre in segno di lutto numerosi locali, caffè e ristoranti sono rimasti chiusi.
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Mostar, capoluogo dell'Erzegovina, è divisa in un settore croato cattolico e uno bosniaco musulmano. È nota per il celebre Stari Most, il Vecchio Ponte sulla Neretva, mirabile esempio dell'architettura ottomana del '500, del quale Praljak ordinò la distruzione nel novembre 1993.
Fu ricostruito e inaugurato nel 2004 grazie a donazioni di vari Paesi, compresa l'Italia.
DISPOSTA L'AUTOPSIA All'indomani del suicidio-choc in diretta televisiva del criminale di guerra croato-bosniaco Slobodan Praljak, che ieri ha bevuto platealmente in un sorso solo una bottiglietta di veleno nell'aula del Tribunale dell'Aja (Tpi) subito dopo la conferma della condanna a 20 anni, la giustizia olandese ha annunciato che la salma dell'ex generale sarà sottoposta ad autopsia. Ne danno notizia i media serbi.
Frans Zonneveld, della procura dell'Aja, non ha tuttavia precisato quando ciò avverrà. Gli inquirenti intendono accertare la natura della sostanza velenosa ingerita da Praljak, oltre alle modalità con le quali l'imputato è venuto in possesso della bottiglietta letale. Circostanze queste che sono oggetto di critiche e polemiche sui sistemi di controllo e sicurezza all'interno del Tribunale penale internazionale dell'Aja.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 30 Novembre 2017, 14:39
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