Lascia il lavoro in banca e lo stipendio da 100mila euro, a 30 anni avvia il proprio business: «Se ti piace, non senti la fatica»

Non se n'è andato a mani vuote, però, perché il tempo passato a lavorare in banca e lo stipendio percepito gli hanno dato la possibilità di pensare a un piano B

Lascia il lavoro in banca e lo stipendio da 100mila euro, a 30 anni avvia il proprio business: «Se ti piace, non senti la fatica»

di Hylia Rossi

Lavorare solo per lo stipendio è perfettamente legittimo, ma non tutti riescono a sostenere le pressioni richieste e le giornate passate in ambienti tossici per tanto tempo. Quando si arriva al punto di rottura, infatti, non importa più quante siano le cifre che compongono la busta paga a fine mese, ma la salvaguardia della propria felicità e salute mentale. 

Lo può confermare Jonathan Recanati, un ex impiegato della Deutsche Bank che ha deciso di rinunciare a uno stipendio a sei cifre come analista per avviare il proprio business, ovvero una catena di fast food salutare, e cercare di raggiungere un equilibrio soddisfacente tra la vita privata e quella professionale. 

La scelta che ha cambiato la vita

Jonathan Recanati ha resistito per tre anni, prima di dire basta e licenziarsi. Non se n'è andato a mani vuote, però, perché il tempo passato a lavorare in banca e lo stipendio percepito gli hanno dato la possibilità di pensare a un piano B e avere dei fondi per portare avanti il suo progetto. La decisione è stata difficile, ma necessaria per la sua felicità: «La gente in banca pensa a se stessa, ai soldi e ai bonus. Non era il mio posto. Guardavo i senior e pensavo: "Non voglio essere come te"», racconta a Fortune.

L'illuminazione c'è stata in una di quelle giornate, proprio come tutte le altre, passate alla propria scrivania, in ufficio sin dalle prime ore del mattino e fino alla tarda sera: «Mi è venuto in mente che c'era qualcosa che mancava, nel mercato», dice Jonathan, abituato a consumare tre pasti pronti davanti al computer.

Da lì l'idea di creare una catena di fast food che venda prodotti locali e salutari. 

Era ancora un dipendente della banca quando ha iniziato a lavorare alla proposta di business. Un mese dopo aver presentato le dimissioni, all'età di 30 anni, è riuscito a fare colpo su un investitore e ha dato vita a Farmer J. La spesa iniziale è stata di quasi un milione di euro, la metà dei quali forniti dall'investitore e l'altra metà dai suoi risparmi e quelli della sua famiglia e amici. 

Il sacrificio più grande - dichiara l'uomo - è vivere senza la rete di sicurezza che ti dà un lavoro in banca. Dieci anni dopo, Jonathan è soddisfatto del salto nel buio: Farmer J ha oltre 10 sedi nel Regno Unito e un profitto annuale di 23 milioni, oltre a ospiti celebri (tra cui Dua Lipa e Jamie Dornan).

Equilibrio tra vita privata e professionale

E per quanto riguarda l'equilibrio tra vita privata e professionale? Quello, c'è da dire, non è arrivato, sia per la necessità di gestire un business che per i nuovi arrivi in famiglia: «Ora ho tre bambini», precisa Jonathan. Dopo averli accompagnati a scuola, si va subito al lavoro e poi a cercare nuove location, o in riunione, o in ufficio... Incoraggia i propri lavoratori a consumare un pasto sano da Farmer J, ma non ha quasi mai tempo di seguire il proprio consiglio. «Ma se ti piace quello che fai - dichiara - non senti la fatica»

Gli impegni si trascinano anche a casa e dopo un po' di giochi con i figli, Jonathan continua a lavorare fino a tarda notte: «Spesso rispondo alle mail dopo che sono andati a dormire». Uno dei suoi più grandi rimpianti è stato tornare prima dalla luna di miele per occuparsi dell'apertura del secondo ristorante: «Pensavo di dover essere lì e controllare che fosse tutto pronto. A ripensarci ora, non lo farei, ma quando ci sei dentro rischi di perdere la prospettiva».

Il suo consiglio per chi vuole seguire questa strada e avviare il proprio business è non considerare l'attività come un figlio e tenere sempre ben presente cosa conta davvero nella vita: «Bisogna sapersi godere i momenti fuori dal lavoro, quelli con gli amici e la famiglia. Io ne ho mancati tanto, e me ne pento».


Ultimo aggiornamento: Martedì 9 Aprile 2024, 15:18
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