Ketamina, la sostanza che ha ucciso Matthew Perry: quali sono gli effetti

Gli effetti collaterali della pericolosa droga

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di Redazione web

Matthew Perry è morto per «effetti acuti della ketamina» e per annegamento. Lo ha rivelato l'autopsia eseguita sul corpo del celebre attore di Friends trovato annegato nella piscina della sua villa di Los Angeles a 54 anni. Perry aveva quantità di ketamina nel suo organismo simili a quelle di un paziente ospedaliero sotto anestesia generale. Lo ha stabilito il Dipartimento di medicina legale della contea di Los Angeles, che nel primo pomeriggio di venerdì ha diffuso i risultati dell'autopsia condotta sul corpo dell'attore.

I pericoli della ketamina

La ketamina è un farmaco analgesico, utilizzato negli Stati Uniti come anestetico dissociativo generale a partire dagli anni 70. A dosi subanestetiche, maggiori di quelle antidepressive, è utilizzata a scopo stupefacente per via dei suoi effetti allucinogenici di tipo dissociativo, nonché forte analgesia, e trova perciò ampio uso specie nella scena rave.

La sostanza presenta un'azione anestetica generale, di tipo non barbiturico, con una rapida velocità di azione. Nell'uomo, quando somministrato per via endovenosa ed al dosaggio di 1 mg/kg, provoca analgesia e anestesia nel giro di 30 secondi; lo stato anestetico perdura per un tempo variabile da 3 a 25 minuti e non comporta depressione respiratoria o alterazione dei riflessi delle vie aeree. Come evidenziato anche attraverso gli animali da esperimento, produce un'azione per lo più catalettica e anestetica piuttosto che sedativa e ipnotica. La Ketamina, quinid, determina un'anestesia dissociativa, in quanto ha effetti depressivi sul sistema talamo-corticale e attivanti il sistema limbico e la formazione reticolare.

La ketamina è ampiamente utilizzata per interventi chirurgici, in genere di breve durata, soprattutto in campo pediatrico, traumatologico e in ambito veterinario. Viene anche usata per indurre l'anestesia prima di somministrare altri anestetici generali, oppure come supplemento all'impiego di altri anestetici. A titolo d'esempio viene spesso impiegata nel corso di manovre di sbrigliamento, in caso di medicazioni dolorose (ad esempio nei pazienti ustionati) e altri interventi chirurgici superficiali. Ad essa si può ricorrere nel caso di diverse manovre neurodiagnostiche (mielogrammi, ventricologrammi, punture lombari) e procedure diagnostiche e chirurgiche su occhio, orecchio, naso e bocca.

Se somministrata da medici qualificati professionisti, la ketamina è generalmente sicura.

Tuttavia, ache in questi casi,  si può incorrere in effetti collaterali quali: ritmi cardiaci anormali; aumento della pressione intracranica;  riduzione dell'appetito; nausea; eruzioni cutanee; aumento della pressione intraoculare; ostruzione delle vie aeree; depressione respiratoria; spasmi delle corde vocali; delirio.

L'uso ricreativo

A differenti dosaggi e modalità di assunzione corrispondono tanto effetti quanto rischi differenti. I primi vanno da una leggera stimolazione, all'euforia tipica di un'ubriacatura alcoolica, fino a uno stato dissociativo forte che conduce ad allucinazione intensa. In quest'ultimo caso, l'esperienza ketaminica, un po' come l'attività onirica, si caratterizza per il fatto che è rivolta in misura variabile verso una “realtà interiore”. L'effetto dissociativo riportato è conosciuto in ambito medico come “stato di emersione” o di “ingresso in un'altra realtà”, e definito in termini di dimensione trans-personale di coscienza, dissoluzione estatica dell'Io, Near-Death Experience o Out-of-Body Experience. Per questo, la ketamina è spesso definita come sostanza “enteogena”.

Gli effetti sopra indicati possono essere valutati come positivi o negativi dal soggetto, sia sulla base del contenuto dell'esperienza sia sulla sua elaborazione, ma soprattutto su quelle che erano le sue aspettative relative all'assunzione. Così un'esperienza dissociativa può avvenire in quanto consapevolmente ricercata, ma anche per un errore nel dosaggio o, più in generale, per una scarsa conoscenza della sostanza. Esistono poi una serie di effetti negativi conseguenti all'assunzione quali ronzio nelle orecchie, tachicardia, progressiva riduzione delle capacità motorie e percettive, tremori, nausea, vomito, sudore, riduzione della memoria e della concentrazione. La ketamina può tuttavia produrre anche una serie di complicazioni nel lungo periodo, legate soprattutto alla sua capacità di indurre alta tolleranza e forte dipendenza psichica. Altri possibili effetti collaterali derivanti dall'uso prolungato sarebbero ansia, attacchi di panico, flash-back, depressione, insonnia, paura del buio;[senza fonte] così come la slatentizzazione di vari sintomi della sfera psicotica quali dispercezioni o deliri a sfondo persecutorio. L'uso prolungato può portare anche a cistiti, calcoli renali, possibili alterazioni della memoria e della capacità d'apprendimento, sulla cui reversibilità non vi è accordo in letteratura.


Ultimo aggiornamento: Sabato 16 Dicembre 2023, 16:29
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