Julen, bimbo morto nel pozzo. Il proprietario del terreno indagato: «Sono povero, non posso pagare risarcimenti»

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di Enrico Chillè
A distanza di oltre otto mesi dalla morte di Julen Rosellò, il bambino di due anni caduto in un pozzo nei pressi di Malaga, in Spagna, c'è un solo indagato. Si tratta di David Serrano, zio del piccolo e proprietario del terreno in cui si trovava il pozzo, non segnalato, in cui Julen era caduto durante un picnic con la famiglia. Se imputato e riconosciuto colpevole, l'uomo potrebbe essere costretto, oltre a scontare una pena in carcere, ad un risarcimento milionario.

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A parlare del caso è 20minutos.es. I legali di David Serrano segnalano che al momento il loro assistito è stato condannato a pagare una cifra di 885.310 euro come indennizzo per le spese dei soccorsi a Julen, protrattisi per lunghissimi giorni tra mille difficoltà. Si tratta, però, di una quota minima, dal momento che, tra spese amministrative e risarcimenti nei confronti di José e Victoria, i genitori di Julen, si potrebbe arrivare ad un totale di un milione e mezzo di euro. Una cifra di cui, ovviamente, David Serrano non dispone.

«Non possiamo che certificare l'insolvenza del nostro assistito. David Serrano è al momento disoccupato e non percepisce alcun sussidio statale» - hanno spiegato i legali dell'uomo - «Già chiedere un minimo di quasi 900mila euro è una follia per chiunque, ma lo è ancora di più se consideriamo che il nostro assistito è quasi indigente».
La cifra di 885.310 euro era stata calcolata dal tribunale di Malaga a partire dai costi dei soccorsi, che secondo una stima ufficiale della Giunta regionale dell'Andalusia sarebbero di quasi 664mila euro. Quell'importo minimo, a livello legale, costituirebbe una cauzione in caso di sentenza di colpevolezza per l'indagato, che dopo la tragedia di Julen è accusato di omicidio colposo.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 9 Ottobre 2019, 14:35
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