LA GUERRA

Gaza, Biden: «Credo ci sarà il rilascio degli ostaggi». Hamas: la battaglia è solo all'inzio

Le notizie in diretta del 14 novembre della decima guerra fra israeliani e palestinesi

Guterres: profondamente turbato da morti in ospedali a Gaza

Il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, è «profondamente turbato dall'orribile situazione e dalla drammatica perdita di vite umane in diversi ospedali di Gaza». Lo afferma il suo portavoce, Stephane Dujarric. «In nome dell'umanità - ha aggiunto - Guterres chiede un immediato cessate il fuoco umanitario».

Gaza, Biden ottimista: ci sarà rilascio ostaggi

«Credo che il rilascio degli ostaggi (in mano ad Hamas, ndr) avverrà»: il presidente Usa Joe Biden ha mostrato ottimismo prima di partire per il vertice con il presidente cinese a San Francisco

Israele, identificato corpo ragazza uccisa il 7/10

Le autorità israeliane hanno identificato il corpo di una ragazzina di 12 anni, Liel Hezroni, del kibbutz di Beeri. È stata uccisa insieme a sua zia durante l'attacco di Hamas dello scorso 7 ottobre. Finora la polizia ha identificato i resti di 859 civili uccisi nell'attacco.

 

Soldati israeliani posano dentro comando polizia di Hamas

Una fotografia di soldati israeliani in posa nel comando centrale della polizia di Hamas a Gaza circola oggi nei siti israeliani. Oltre alla bandiera israeliana, i militari espongono anche quella giallo-verde della brigata di fanteria Golani. Il Times of Israel precisa che non è noto quando questa fotografia sia stata scattata. Ieri era circolata sul web un'altra immagine analoga, che mostrava militari israeliani nell'aula del parlamento di Gaza.

 

Wp: "Israele e Hamas vicini all'accordo per il rilascio di 70 ostaggi"

Vicino l'accordo tra Israele e Hamas per il rilascio di 70 ostaggi, donne e bambini, tenuti a Gaza. Lo ha rivelato una fonte israeliana al «Washington Post», secondo cui l'intesa potrebbe essere annunciata a giorni. «Lo schema generale dell'accordo è stato concordato», ha detto la fonte al quotidiano americano, secondo cui gli ostaggi sarebbero rilasciati a gruppi, in cambio di donne e giovani palestinesi detenuti in Israele. Secondo il Washington Post, Israele starebbe cercando di ottenere il rilascio di 100 fra donne e bambini, mentre Hamas sarebbe disposto a liberarne 70.

Fonti arabe sostengono che sarebbero almeno 120 le donne e i minori palestinesi nelle prigioni israeliane che potrebbero essere rilasciati nello scambio. Israele, inoltre, accetterebbe un cessate il fuoco temporaneo fino a cinque giorni, per permettere il passaggio sicuro degli ostaggi e l'arrivo di aiuti per i civili di Gaza.

Israele trasferisce incubatrici in ospedale Al-Shifa

L'esercito israeliano ha iniziato a trasferire incubatrici dagli ospedali israeliani all'ospedale al-Shifa nella Striscia di Gaza: lo scrive su X uno dei portavoce del governo israeliano per la stampa estera, Eylon Levy, come riporta Haaretz. Levy ha affermato che le Forze di difesa israeliane lavoreranno con «qualsiasi parte mediatrice affidabile» per garantire che le incubatrici vengano consegnate in modo sicuro.  Ieri il ministero della Sanità di Hamas ha annunciato che 32 pazienti sono morti nell'ospedale negli ultimi giorni, inclusi tre bebè prematuri. Secondo il ministero, i medici non possono evacuare centinaia di pazienti ancora in ospedale, tra cui più di 30 neonati prematuri, a causa dell'operazione militare israeliana in corso nell'area.

 

Il direttore del più grande ospedale di Gaza: "Da Israele nessun contatto sull'evacuazione di neonati prematuri"

Il direttore del più grande ospedale di Gaza ha affermato che Israele non ha stabilito alcun contatto in merito all'evacuazione di pazienti o neonati prematuri. Il dottor Mohamed Abu Selmia dell'ospedale al-Shifa di Gaza City ha detto alla che l'esercito israeliano «non ci ha contattato, siamo stati noi a rivolgerci a loro... ma fino ad ora non abbiamo ricevuto risposta. Sono in corso trattative per l'evacuazione dei bambini prematuri, ma finora non è successo nulla». Il medico ha aggiunto che 32 pazienti, tra cui tre bambini prematuri, sono morti in ospedale negli ultimi giorni. Molti altri pazienti che necessitano di dialisi rischiano di morire «nei prossimi due giorni» poiché il trattamento non è più disponibile, ha affermato. Ha ripetuto l'appello alle Forze di Difesa Israeliane (IDF) e alla Croce Rossa affinché aiutino a evacuare i pazienti, aggiungendo: «Non vogliamo che nessuno dei pazienti muoia, vogliamo che vivano, vogliamo che ricevano le cure mediche di cui hanno bisogno in un luogo che possa fornirle».

Il re di Giordania Abdullah: "Regione verso un'esplosione se Israele occupa Gaza"

Il re di Giordania Abdullah ha avvertito che qualsiasi scenario che includa la rioccupazione di parti di Gaza da parte di Israele peggiorerà la crisi e che le continue «violazioni» israeliane in Cisgiordania e Gerusalemme potrebbero «spingere la regione verso un'esplosione». Lo riporta l'agenzia di stampa ufficiale Petra citata dal Guardian. «Una soluzione militare o di sicurezza» non avrà successo, ha aggiunto il re, sottolineando che il conflitto ha avuto origine nell'occupazione e nella privazione dei diritti del popolo palestinese.

di Mauro Evangelisti

Il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, uno dei falchi del governo, annuncia: «Hamas ha perso il controllo di Gaza, non ha il potere di fermare il nostro esercito. I terroristi stanno fuggendo al Sud e i civili stanno saccheggiando le loro basi. Non hanno più fiducia nel governo». Non è la prima volta che Gallant proclama la presa dell’area settentrionale della Striscia, ma ieri sera c’era una immagine molto forte a sancire questo risultato: i soldati della brigata Golani sono entrati nel Parlamento di Gaza City e sui social è stata rilanciata la loro foto tra i banchi con tre bandiere israeliane.


BATTAGLIE
I miliziani e i leader di Hamas che ancora non sono riusciti a scappare si nascondono nei tunnel sotto gli ospedali, le sedi delle agenzie delle Nazioni Unite, le moschee e le scuole. Usano le ambulanze per spostarsi e attaccare i soldati israeliani. Questo scenario è stato descritto ieri dalla ministra dell’Intelligence di Israele, Gila Gamliel, intervistata da Radio Bbc 4. Non solo. Ieri sera l’Idf ha rivelato (mostrando le immagini): Hamas teneva ostaggi israeliani nei sotterranei dell’ospedale pediatrico Rantisi, abbiamo trovato armi, esplosivi e un’area usata per i prigionieri, con i turni dei carcerieri e oggetti che fanno pensare vi fossero segregati dei bambini. C’erano infatti biberon e pannolini. Questo quadro spiega perché i combattimenti stiano interessando anche i più grandi ospedali di Gaza City. Eppure, questi dovrebbero essere preservati, certo per ragioni umanitarie (che vengono al primo posto), ma anche strategiche, visto che la guerra alle porte degli ospedali sta riducendo il sostegno internazionale di cui godeva Israele dopo il terribile massacro compiuto da Hamas il 7 ottobre. E Biden ieri ha ribadito: «Gli ospedali funzionare e devono essere protetti». La situazione è sempre più drammatica. Ancora in bilico la trattativa sugli ostaggi, visto che dal Libano un alto esponente di Hamas ha alzato l’asticella e ha chiesto «la liberazione di tutti i prigionieri presenti nelle carceri israeliane». Il direttore dell’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa) ha avvertito che tutte le operazioni di aiuto a Gaza «verranno interrotte nelle prossime 48 ore a meno che non venga consentito l’ingresso di carburante».

Netanyahu guarda anche al fronte Nord, agli scontri quotidiani con Hezbollah: «C’è chi pensa di espandere gli attacchi contro le nostre truppe e contro i civili. Questo è giocare con il fuoco. Il fuoco incontrerà un fuoco molto più forte». Ma ripartiamo dalla tragedia della Striscia. I vari portavoce dell’Idf, le forze armate dello Stato ebraico, ogni giorno dicono: stiamo combattendo anche vicino agli ospedali, perché è lì che hanno le loro roccaforti i miliziani di Hamas. L’esercito sta organizzando le operazioni di evacuazione delle strutture sanitarie. Di fatto sono già avvenute per gli ospedali Rantisi e Al-Nasri, ma resta la situazione drammatica dei due più grandi, Al-Shifa e Al-Quds.

Evacuarli, significa avere carta bianca nell’avanzata dei tank e della fanteria, ma anche per i bombardamenti che puntano a demolire i tunnel. L’Idf ha diffuso delle immagini in cui si vedono, vicino all’entrata dell’ospedale Al-Quds, miliziani di Hamas con dei lanciagranate. Come risposta i militari israeliani hanno ucciso 21 miliziani di Hamas. «Dopo avere sparato con i lanciagranata contro un carro armato, una parte dei terroristi è tornata all’interno dell’ospedale per nascondersi».

La Mezzaluna rossa ha contestato questa ricostruzione: «Nessun uomo armato è all’interno dell’ospedale». L’Idf insiste: è necessario evacuare subito le strutture sanitarie. Ribatte il dottor Munir Al-Bursh, dell’ospedale Al-Shifa: «Come facciamo ad andarcene? Il problema non è rappresentato da medici e infermieri, ci sono 700 pazienti e molti di loro moriranno in caso di trasferimento perché sono gravi».

Hamas, dicono dall’Idf, ha bloccato la fornitura di 300 litri di carburante messi a disposizione. C’è da notare un elemento: in tutte le dichiarazioni rilasciate da medici e infermieri, ma anche da organizzazioni umanitarie, bloccati negli ospedali di Gaza, non viene mai nominata Hamas. Mai. Si denuncia la terribile catastrofe umanitaria, ma mai si accenna all’organizzazione terroristica, se non fosse altro per negarne la presenza. Vi sono più che comprensibili ragioni di sicurezza in questa scelta.


CARTA STAGNOLA
I 37 neonati che erano nell’incubatrice dell’ospedale Al-Shifa ora sono avvolti nella carta stagnola e riscaldati con ventilatori, «molti feriti stanno morendo». Anche Medici senza frontiere dice: «Siamo pronti ad evacuare, ma prima devono essere portati in salvo i malati. Non c’è più cibo, non c’è elettricità, non c’è acqua». «I combattimenti - ribadisce la Mezzaluna rossa dall’altro ospedale, l’Al-Quds - impediscono l’evacuazione, si sentono intensi spari». Il convoglio che doveva servire a portare in salvo i pazienti, partito da Sud della Striscia, non ha potuto raggiungere l’ospedale Al-Quds ed è tornato indietro, proprio perché la situazione era pericolosa «alla luce dei continui bombardamenti».

Gli ultimi dati parlano di 44 soldati israeliani morti da quando è iniziata l’operazione di terra a Gaza (dove sono morti oltre 10mila civili palestinesi). L’Idf ha confermato che si sta combattendo intensamente anche alla periferia del campo profughi di al Shati, considerata una «roccaforte di Hamas»: «Abbiamo rinvenuto una struttura collocata nell’università Al-Quds e un deposito di esplosivi nella moschea di Abu Bakr. In casa di un operativo della Jihad islamica a Beit Hanoun, è stata scoperto un deposito di armi e alcune di queste dentro la stanza da letto di un bambino».
 


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 15 Novembre 2023, 08:01
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