Il giornalista che inventava le notizie: «Nel 2014 vinse un premio della CNN». Smascherato dai suoi stessi colleghi

Il giornalista che inventava le notizie: «Nel 2014 vinse un premio della CNN». Smascherato dai suoi stessi colleghi

di Domenico Zurlo
Lui si chiama Claas Relotius, è un giovane giornalista di 33 anni ed è finito nei guai in una storia che ha dell'incredibile: Relotius scriveva per il settimanale tedesco Der Spiegel, famoso per le sue inchieste. Piccolo particolare: le sue storie erano vere e proprie favole«falsificate in larga misura e i protagonisti inventati», si legge in un articolo pubblicato oggi su Spiegel-online.

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Relotius, noto per la sua penna brillante, è stato allontanato dalla redazione del settimanale: il suo vizietto di inventare o mistificare è stato smascherato per merito di una contro-inchiesta partita dall'interno della redazione dello stesso Spiegel. Il giornalista - che collabora per la testata dal 2011 - ha subito ammesso quanto gli è stato contestato e ha lasciato la redazione domenica scorsa: per sua ammissione sarebbero 14 le storie falsificate, almeno in parte.



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Ciò che ha stupito tutta la Germania - e non solo - di questa vicenda è proprio la fama e il passato del giornalista, pluripremiato negli anni scorsi: Relotius nel 2014 era stato addirittura premiato come «giornalista dell'anno» niente meno che dalla CNN. «Adesso saremmo classificati all'interno del dibattito pubblico sulle fake news. Con questo ci dobbiamo confrontare» ha detto il vice capo-redattore del Der Spiegel, Dirk Kurbjuweit.
 

Relotius negli ultimi sette anni ha scritto circa 60 articoli sul settimanale: di questi, almeno 14 sarebbero falsi o parzialmente inventati, ma la cifra potrebbe essere più alta. «L’unica cosa che possiamo dire con certezza è che le nostre ricerche sono appena iniziate», hanno fatto sapere dallo Spiegel. «Sono malato e ho bisogno di aiuto», avrebbe detto lo stesso Relotius nella sua ‘confessione’, secondo quanto afferma il Guardian. «Avevo paura di fallire, la pressione è diventata sempre più grande dopo che ho raggiunto il successo».

IL COLLEGA CHE LO HA SCOPERTO Tra le testimonianze utili per smascherare il giornalista “inventore”, quella di Juan Moreno, un collega di Relotius, che aveva lavorato con lui in un servizio che riguardava l’immigrazione messicana negli Usa: Moreno aveva dei sospetti su Relotius, così decise di intervistare le stesse fonti che il tedesco aveva citato nell’articolo.
E casualmente, quelle fonti affermavano di non averlo mai incontrato: inizialmente nessuno gli credeva e lo stesso Relotius aveva respinto le sue accuse, finché la verità non è venuta a galla.
COSA HA INVENTATO Tra gli articoli ‘sospetti’ (che lo Spiegel ha deciso di non rimuovere dal proprio archivio, ma solo di aggiornare con un avviso per avvertire i lettori), uno in cui si parlava di due bambini iracheni rapiti e radicalizzati dall’Isis, un altro su presunti prigionieri di Guantanamo, e uno su un uomo americano condannato a morte. Relotius, si è scoperto, avrebbe inoltre inventato piccole storielle, come la scritta ‘Fuori i messicani’ che affermava aver visto fuori da un negozio nel Minnesota, una telefonata con i genitori del giocatore di football Colin Kaepernick (in realtà mai sentiti), e persino la notizia di alcuni bambini che a scuola facevano disegni su Donald Trump. Ma altri potrebbero essere gli articoli falsi che Relotius ha fatto pubblicare, non solo sullo Spiegel ma anche su altri giornali con cui ha collaborato negli anni, compresa l'inchiesta che nel 2014 gli ha portato il prestigioso premio dalla CNN. «È l'episodio più nero in 70 anni di storia dello Spiegel», hanno commentato dal settimanale.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 19 Dicembre 2018, 21:33
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