La strategia utilizzata per le forza militari sottomarine di alcuni paesi è sorprendente e riguarda qualcosa di totalmente inaspettato. Si tratta di 'delifini da combattimento'. L’idea risale alla marina statunitense e svedese, attorno all'inizio degli anni '60, ma venne presto ripresa dall'Unione Sovietica, che negli anni ha mantenuto questo curioso 'strumento' militare.
La Russia e i delfini
Quando a dicembre del 1991 crollò l'URSS, il programma sovietico dei 'delfini da combattimento' passò in mano all'Ucraina, ma dopo l'annessione della Crimea nel 2014, la base principale per il controllo e l'addestramento di queste creature era in mano di nuovo russa.
L'operato dei delfini durante i conflitti riguarda sostanzialmente il rilevamento di mine e l'aiuto nel ritrovamento di attrezzature smarrite in fondo al mare, sarebbero inoltre in grado di segnalare movimenti bellici sottomarini. Le immagini satelitari confermano un aumento di recinti di delfini a Novoozerne, un’ex base sottomarina sovietica. Naval News ha riferito in merito: «La Russia ha anche aumentato le difese in altre basi e porti intorno alla Crimea».
Ultimo aggiornamento: Giovedì 19 Ottobre 2023, 15:52
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