Coronavirus, il decreto per il lavoro: dalle imprese ai bonus, tutte le misure adottate dal Governo

Coronavirus, il decreto per il lavoro: dalle imprese ai bonus, tutte le misure adottate dal Governo

di Alessandra Severini
Dagli interventi di sostegno al reddito alle misure previste per lavoratori autonomi e professionisti, dallo smart working al blocco dei licenziamenti. Il sostegno al lavoro è uno dei punti cardine del decreto Cura Italia. Ora le misure vanno attuate il prima possibile. «Stiamo lavorando pancia a terra per tradurle in pratica immediatamente» ha assicurato il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri.

Lega e Forza Italia hanno criticato alcune delle misure. Insufficiente, per esempio, per Matteo Salvini l'indennità riservata ad autonomi e professionisti. «Agli italiani non interessano le polemiche in questo momento» ha tagliato corto il titolare del Tesoro. Il decreto semplifica le procedure per l'accesso alle misure di sostegno ma in molti casi è necessario comunque farne richiesta all'Inps e farlo presto perché le domande verranno accolte fino ad esaurimento dei fondi stanziati.

È molto probabile comunque che la gravissima crisi economica e occupazionale seguita all'epidemia renda necessario un nuovo intervento dell'esecutivo ad aprile. Sicuramente verrà rinnovata l'indennità di 600 euro: «Poi ci sarà un intervento ad aprile, commisurato alla situazione delle singole persone» ha detto Gualtieri, anticipando che per i prossimi interventi potrebbero essere «utilizzati i fondi strutturali europei».

CASSA INTEGRAZIONE
Ammortizzatori anche per chi ha un dipendente

La cassa integrazione ordinaria (per le aziende che possono chiederla) fino a un massimo di nove mesi può essere chiesta dal 23 febbraio (quindi anche con effetto retroattivo) al 31 agosto 2020. Questi mesi non verranno conteggiati nel calcolo del limite massimo di concessione della Cigo. Per i lavoratori non coperti dalla cassa integrazione ordinaria c’è la cassa integrazione in deroga che può essere chiesta anche dalle aziende con un solo dipendente. Vale anche per i settori della pesca, agricolo e per il Terzo settore. Non vale invece per i lavoratori domestici. Per ora il decreto stanzia 3,3 miliardi, ma potrebbero non bastare. Secondo i calcoli dei Consulenti del Lavoro, solo per i lavoratori già fermi in questi giorni, serviranno quasi 4,5 miliardi.

BONUS
Cento euro esentasse per chi va in azienda

Molte polemiche hanno accompagnato la scelta di molte aziende di rimanere aperte. Per aiutare i lavoratori che continuano a recarsi nella propria sede di lavoro, il governo ha previsto un bonus di 100 euro esentasse per il mese di marzo. C’è però un limite di reddito pari a 40 mila euro. Il bonus sarà rapportato al numero di giorni lavorativi svolti in sede. La maggiorazione verrà corrisposta o nella busta paga di aprile o nel conguaglio di fine anno. Secondo i calcoli sono 8,8 milioni su 19,5 milioni i dipendenti con redditi sotto i quarantamila euro che ancora devono uscire di casa per raggiungere le loro sedi di lavoro. In particolare sono il 15% dei dipendenti pubblici e il 50% di quelli privati.

POSTO GARANTITO
Per due mesi nessuno può essere licenziato

Stop ai licenziamenti per 60 giorni. Dalla data di entrata in vigore del decreto sono sospese tutte le procedure di licenziamento, comprese quelle avviate successivamente alla data del 23 febbraio 2020. Sino alla scadenza di questo termine, il datore di lavoro, indipendentemente dal numero dei dipendenti, non può recedere dal contratto per giustificato motivo oggettivo. La norma vale anche per i lavoratori domestici che, perciò, non possono essere licenziati per due mesi. Sospesi i licenziamenti individuali e collettivi in pratica rimangono consentiti per 60 giorni solo i licenziamenti disciplinari per giusta causa o giustificato motivo soggettivo, per inadempienze gravi o gravissime del lavoratore.

TUTELA DELLA SALUTE
50 milioni alle imprese per comprare protezioni

Per limitare al massimo gli spostamenti, il governo ha invitato le imprese ad utilizzare lo strumento delle ferie e dello smart working (lavoro da casa). Le ferie forzate vogliono essere un modo per garantire la retribuzione ai dipendenti per i quali è stata sospesa l’attività, ma laddove è possibile proseguire in smart working, sarà necessario preferire questa modalità. Il governo ha stanziato cinquanta milioni di euro da erogare alle imprese per l’acquisto di dispositivi ed altri strumenti di protezione individuale (guanti, mascherine) destinati ai lavoratori e previsto agevolazioni per la sanificazione dei luoghi di lavoro. La quarantena (certificata dal medico curante) equivale alla malattia.

REDDITO SALVAGENTE
Fondo da 300 milioni per i lavoratori fermi

Per i lavoratori a basso reddito il decreto prevede un fondo per il reddito da ultima istanza da 300 milioni. La misura è destinata ai lavoratori dipendenti e autonomi che in conseguenza dell’emergenza hanno cessato, ridotto o sospeso la loro attività o il loro rapporto di lavoro. Vale anche per i professionisti iscritti alle casse professionali. Un decreto del ministro del Lavoro definirà i criteri di priorità e le modalità di attribuzione dell’indennità. Per accedervi è necessario che nel corso del 2019 i potenziali beneficiari abbiano prodotto un reddito da lavoro non superiore a 10.000 euro.

AUTONOMI
Indennità di 600 euro per contenere i danni

Per i commercianti, artigiani, coltivatori, per i liberi professionisti, i cococo, gli stagionali del turismo e dell’agricoltura (che abbiano almeno 50 giorni di lavoro nel 2019) che abbiano subito un rallentamento dell’attività a causa dell’emergenza, il Cura Italia prevede un’indennità da 600 euro esentasse per il mese di marzo. Serve una domanda all’Inps che la valuterà sulla base delle domande arrivate e delle risorse stanziate pari a 2,8 miliardi. I beneficiari potrebbero essere 5 milioni e anche qui le risorse potrebbero non bastare. Il governo prevede un nuovo intervento ad aprile.

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Ultimo aggiornamento: Giovedì 19 Marzo 2020, 08:18
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