Serpente in spiaggia, paura allo stabilimento: «Strisciava tra i lettini, decine di casi»

L'esperto: «Simile alla vipera, ma non è velenoso». Un altro rettile è stata catturato nella finestra di un'abitazione ad Anguillara

Serpente in spiaggia, paura allo stabilimento: «Strisciava tra i lettini, decine di casi»

di Alessia Perreca

L’allarme è scattato qualche giorno fa nello stabilimento “Malibù beach”, a Ladispoli: un serpente strisciava tra gli ombrelloni e i lettini seminando terrore e panico tra i bagnanti. Il rettile, una biscia d’acqua, è stato poi catturato grazie al tempestivo intervento dei volontari delle zoofile di Ladispoli allertati dal titolare della spiaggia. Si tratta di una “Natrice dal collare”, un serpente molto grande e non velenoso, ma non completamente innocuo.

«Ladispoli - spiega al Messaggero Piero Ciancamerla, volontario delle Ecozoofile - è una città sul mare compresa fra due “fossi”( Vaccina e Sanguinara, ndr). All’interno di questi canali fluviali vivono tante specie come le bisce d’acqua. Le temperature calde e la ricerca del cibo le spingono fino al centro urbano» «In questa stagione ne abbiamo catturate una decina», dichiara il volontario. Il rettile è stato successivamente liberato nel suo habitat naturale.

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I precedenti

L’ultimo caso arriva da un’abitazione ad Anguillara: un’altra natrice è stata rinvenuta, nella giornata di ieri, vicino alla finestra di un appartamento. Come racconta un utente sulla sua pagina social, anche in questo caso il rettile «è stato catturato, messo all’interno di un secchio ed infine liberato nel bosco».  Lo scorso maggio - sempre nella Capitale - in una casa in via Vallombrosa una donna si era fortemente spaventata per la presenza di un serpente all’interno del giardino.

Con lei, i suoi bambini di sei e un anno oltre ad un gattino. Non un pitone, come ipotizzato inizialmente, ma l'ennesima biscia. «Gli ofidi sono soliti frequentatori di corsi d’acqua e si spostano soprattutto quando c’è la pioggia, ma non è detto che debba esserci sempre uno specchio d’acqua: è sufficiente anche una fontana per cercare l’anfibio di cui si nutrono», sottolinea al Messaggero l’esperto zoofilo Andrea Lunerti.

La natrice dal collare si nutre prevalentemente di rane e rospi, raramente di ratti e pesci. «Arrivano in città - prosegue Lunerti - perché ci sono laghi ornamentali e la possibilità di cacciare senza esser minacciati da predatori quali mustelidi e rapaci». «E’ uno dei serpenti maggior procuratori d’allarme - precisa l’etologo - poiché molto simile con la vipera “Francisciredi”: nella livrea e nella testa con la sua forma triangolare. La natrice è molto lunga e finisce in maniera graduale. Suscita il più delle volte terrore e senso di pericolo. Per queste motivazioni, spesso, finisce per essere uccisa».


Ultimo aggiornamento: Lunedì 28 Agosto 2023, 14:34
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