Luigi Cremona: «Scopro i grandi chef, ma i piatti li cucina la mia compagna»

Luigi Cremona: «Scopro i grandi chef, ma i piatti li cucina la mia compagna»

di Valeria Arnaldi
Critico gastronomico, per anni collaboratore della Guida I Ristoranti dell'Espresso, dal 95 al Touring Club Italiano, ideatore del festival della gastronomia: Luigi Cremona è un vero talent scout del gusto, capace di riconoscere un grande chef già ai primi passi in cucina.
Quanti chef stellati ha scoperto?
«Ho scoperto Fulvio Pierangelini, Massimo Bottura, Niko Romito, Antonino Cannavacciuolo e potrei continuare. Dal 2003/2004, con Lorenza Vitali, abbiamo lanciato oltre 75 nuove stelle Michelin».
Quale l'identikit di chi è destinato a essere un big?
«Un conto è scoprire il talento, altro è prevedere il successo. Per individuare il primo, ci vuole esperienza. Il talento è indispensabile per il successo, che però dipende da vari fattori, incluse fortuna e capacità di cogliere l'occasione
quando si presenta».

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Come si è accostato al mondo del gusto?
«Sono diventato ingegnere e, durante gli studi, facevo il tour leader di viaggi per guadagnare e vedere il mondo. Viaggiando, è nata la curiosità per i cibi. Negli anni '70 ho fatto le prime recensioni, poi l'ingegneria ha ceduto totalmente il passo al food». Non è rimasto nulla dell'ingegnere? «La rigorosità negli assaggi».
Come è cambiato il settore negli anni?
«La qualità è aumentata. Ci sono più sicurezza, preparazione, responsabilità. Inoltre, prima si mangiava fuori solo in occasioni speciali, oggi, in certi ambienti, è difficile che si mangi in casa».
Lei cucina?
«Assolutamente no. Lo fa la mia compagna Lorenza che mi sopporta da vent'anni. Chi mangia sempre fuori, a casa cucina il meno possibile. Tecnicamente sono preparato, ma mi manca la capacità manuale. E anche la voglia. Amo le verdure, sono sicuro che prenderanno sempre più spazio nei menu».
Quali cucine, secondo lei, conquisteranno la scena nei prossimi anni?
«Quelle del Sud America, a partire dal Perù. Poi la cucina indiana: è straordinaria ma in Italia trova ancora poca applicazione».
E l'Italia?
«La ristorazione è uno dei pochi settori che ancora funziona, sta evolvendo in modo positivo. Oggi non sono i cuochi il problema, ma la sala. Non si trovano più camerieri preparati».

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Ultimo aggiornamento: Giovedì 24 Ottobre 2019, 11:54
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