A Pompei un affresco del I secolo a.C. raffigura un “vino greco” le cui uve erano coltivate non solo alle pendici del Vesuvio ma in quasi tutta l’allora Campania felix. Originario della Tessaglia e giunto dapprima in Calabria e poi in Campania, il Greco viene ribattezzato dai Romani Aminea gemina, diventando l’uva più famosa dell’Impero. Oggi l’ambiente più favorevole per la varietà è l’Irpinia, dove regala golosi e longevi bianchi come il Greco di Tufo Loggia della Serra, della storica cantina Terredora di Paolo. Vinificato in acciaio, alla vista è paglierino luminoso, con potenti profumi di cedro, albicocca, pesca, nespola ed erbe aromatiche a corredo. Al palato è sapido, fresco, tornito, di corpo e fruttato. Di rigore con pezzogna all’acqua pazza o mozzarella di bufala.