"Mi dicono i due medici legali che addirittura lavare un corpo in quelle condizioni comporta l'impossibilità di accertare. A quanto pare hanno anche prelevato i proiettili, esattamente quello che noi non volevamo. Noi ancora non sappiamo nemmeno se sono partiti". Sono le parole di Francesco Caroleo Grimaldi, legale della famiglia dell'italiano ucciso in Libia, Salvatore Failla.