Tenuto alla catena in un annesso agricolo fatiscente. Vita (non) da cani per un pastore belga Malinois, requisito a un padrone che non poteva o non voleva tenerlo come si conviene, come impongono leggi e norme sulla custodia degli animali domestici. Lo hanno tolto da quella situazione agghiacciante i carabinieri forestali della Stazione di Passignano sul Trasimeno. Durante un controllo, i militari hanno sentito un cane abbaiare e guaire. Entrati nella baracca di un’abitazione privata, hanno scoperto un degrado incredibile. Era al chiuso, senza la luce del sole, legato ad una catena talmente corta che gli impediva qualunque movimento, soprattutto di sdraiarsi a terra. Intorno ciotole sporche, senza cibo ed acqua. Un lager con una trave all’altezza di 130 centimetri, alla quale era legata la catena lunga poco più di un metro. Una tortura per una bestia che in condizioni normali pesa dai venti chili, se femmina, ai trenta, se maschio, e misura 62 centimetri al garrese. Il pastore belga Malinois è molto duttile e versatile con grande efficacia nei compiti più diversi: per la guardia o la difesa, ma è anche cane da catastrofe, da salvataggio, da macerie, da valanga, pet terapy e, naturalmente, da gregge. Il suo stato di salute è apparso così precario da richiedere l’intervento di un veterinario della Usl Umbria 1. Immediato il sequestro, convalidato dalla magistratura, e il trasferimento al canile di Collestrada, alle porte del capoluogo regionale.
Ultimo aggiornamento: Domenica 21 Gennaio 2024, 08:58
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