Le mostre
dei sogni

Le mostre dei sogni

di Maddalena Messeri

In genere si va ad una mostra per godere dell’arte, scoprire dal vivo le opere di un artista, se fortunati apprezzarne la bravura. Ma con l’avvento dei social si è creato un nuovo modo di intendere una mostra e cioè non più come un luogo fatto di sale, faretti e cornici, ma come uno spazio immersivo in cui fondamentalmente lo spettatore può farsi delle foto. Esempio lampante sono le esposizioni itineranti che in tutta Europa stanno registrando grandi numeri di visitatori, soprattutto genitori con bambini, tra questi il “Museum of Dreamers” che dopo Madrid è arrivato a Roma. Più che museo, un luogo fatto di tante scenografie in cui passeggiare, scattare, postare. Una mostra senza arte che fa leva sulla “experience”: addio quadri e sculture, qui ci sono sale coloratissime, una vasca di palline in cui tuffarsi, altalene, pareti ricoperte di fiori di plastica, neon e stanze sottosopra in cui potersi ritrarre in buffe posizioni.

Così il museo lascia lo spazio al digital marketing e i veri protagonisti diventano i social, la piazza virtuale in cui condividere tutti i contenuti creati in questo fantasioso teatro di posa. “Il progetto è aperto a tutti perché sognare non ha età. Noi vogliamo rieducare alla cultura dei sogni” dichiarano le ideatrici Elena e Giulia Sella, proprietarie di un’agenzia di comunicazione. Il vero sogno sarebbe vedere lo stesso impegno a coinvolgere gli spettatori anche da parte delle istituzioni culturali italiane.

–maddai

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Ultimo aggiornamento: Lunedì 6 Novembre 2023, 06:00
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