Buone maniere, al bando i vocali

Buone maniere, al bando i vocali

di Maddalena Messeri

“Io odio i vocali”. Se esistesse un epitaffio virtuale per WhatsApp sceglierei sicuramente questo. Il mondo della messaggistica istantanea è sempre più popolare e in Italia la piattaforma WA è utilizzata dall’84% degli utenti con una media di utilizzo di undici ore al mese. Undici ore di raffiche di messaggini, foto, video, commenti nei vari gruppi e di immancabili, interminabili, messaggi vocali. Così, se da una parte l’immediatezza del mezzo permette a tutti di esprimersi in diretta, come in una segreteria telefonica perpetua, dall’altra cresce il fronte degli intolleranti. C’è addirittura chi su WhatsApp mette come status la frase “no messaggi vocali” per avvisare in tempo della propria indisponibilità all’ascolto.

A questo gruppo sempre più nutrito si affianca l’istituto americano per il galateo “The Emily Post Institute”, che da decenni si occupa di buone maniere e che vieta i vocali: “Bisogna aver chiaro che si tratta di un monologo in cui non è previsto l’intervento di un interlocutore”.

Vediamo dunque quali consigli danno: 1) Niente vocali. 2) Manda messaggi brevi. 3) Se sei in dubbio tra inviare oppure no, non inviare. 4) Niente emojis. 5) Niente inviti a feste nei gruppi. 6) Niente buongiorno, meme, opinioni politiche, foto delle vacanze nei gruppi. Severi ma giusti. Il tempo risparmiato nel mandare questi messaggi si può invece investire in attività che ci fanno bene, come una bella passeggiata fuori. Col telefono in tasca.


Ultimo aggiornamento: Lunedì 11 Dicembre 2023, 07:45
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