Milan, ai ricambi manca la fantasia. Niang
rischia di mettere in difficoltà Mihajlovic

Milan, ai ricambi manca la fantasia. Niang ​rischia di mettere in difficoltà Mihajlovic

di Luca Uccello
MILANO - Il patron Silvio Berlusconi non è contento, i tifosi nemmeno. Lo stesso stato d'animo pure del tecnico milanista Sinisa Mihajlovic che, senza tante scuse, dopo il pari senza gol di sabato sera contro l'Atalanta ha detto una verità: «Sono pesate le assenze...».





Questo Milan non può fare a meno del suo undici titolare, di quegli uomini che hanno conquistato tre vittorie consecutive. Senza di loro non è arrivato il poker ma solo fischi e polemiche. Senza Bonaventura (squalificato) e Bertolacci (infortunato) il Diavolo ha cambiato faccia. Una brutta faccia nonostante Niang. Certo mancava anche Alex ma Mexes non è stato da meno. Sono mancati i punti di riferimento, le piccole certezze che fino ad oggi il Milan era riuscito faticosamente a costruire, giorno dopo giorno.



Un Milan con dei limiti evidenti che non ha nelle “riserve” gli stessi valori di chi scende in campo per novanta minuti. Seedorf fu il primo a dirlo. Poi Inzaghi insabbiò la crisi di qualità che ora cade tutta sul serbo costretto ad arrivare in Champions. La panchina, insomma, non sta aiutando l'allenatore che dopo qualche perplessità iniziale ha deciso di affidarsi a pochi, scelti giocatori. Ne sono nati problemi personali (da Nocerino a Diego Lopez su tutti), problemi di organico quando Poli non riesce a fare le stesse cose di mister 20 milioni costringendo Montolivo a fare gli straordinari. Là davanti anche Cerci e Bacca non ricevono gli stessi palloni di soli sette giorni prima. A gennaio serve fiondarsi sul mercato, nel frattempo incrociare le dita.



NIANG SCALPITA Dalle parate decisive di Gianluigi Donnarumma alle nuove giocate di M'baye Niang. Il francese è la sorpresa positiva del Milan di San Siro contro l'Atalanta, quello che ha preso qualche fischio e che ha rischiato, senza farcela, di vincere la partita in pieno recupero, proprio come l'Inter. Ma Cerci non è Jovetic e Niang era al rientro dopo mesi da spettatore forzato e non ne aveva più.

Una prima punta, come si è ancora definito davanti alle telecamere, che sa adattarsi alla perfezione al ruolo di esterno d'attacco, saltare l'uomo in avanti ma anche difendere, aiutare i compagni nel momento di bisogno. La mezza stagione in rossoblù sotto le dipendenze di Gian Piero Gasperini gli è servita e non poco. Niang ha trovato l'ambiente ideale, la fiducia che gli mancava con Inzaghi e ha giocato tanto, segnato con un unico desiderio, quello di conquistare una maglia da titolare al Milan. Ora può farcela. Mihajlovic crede in lui (lo voleva alla Samp), glielo ha dimostrato in estate prima di farsi male e ora appena ha potuto allenarsi con la squadra, riaquistare quel minimo di condizione. Certo ora non sarà facile tenersi stretto una maglia che al momento sembra di essere solo di Jack Bonaventura, aspettando sempre Menez.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 9 Novembre 2015, 08:54

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