Lazio, sembra un derby anni 70

Lazio, sembra un derby anni 70

di Enrico Sarzanini
ROMA – Un derby per testare le ambizioni scudetto. La parola a Formello non è più tabù, anche se nello spogliatoio il coro è unanime: restare con i piedi per terra e rileggere la classifica a marzo per decidere a cosa puntare. La stracittadina in programma alla ripresa del campionato resta comunque per Inzaghi un banco di prova importante per provare ad alzare l’asticella. Battere anche la Roma dopo aver superato la Juventus a Torino, asfaltato il Milan all’Olimpico ed aver giocato alla pari con il Napoli prima di perdere quattro giocatori per infortunio, vorrebbe dire tanto in chiave aspirazioni. Con i suoi record Inzaghi è sulla scia di mostri sacri della storia biancoceleste come Eriksson, Maestrelli e Mancini («Occhio alla Lazio per lo scudetto» ha ammesso ieri) ecco perché le ambizioni della squadra sono state riviste in corsa.

Si è passati dall’Europa League alla Champions in un attimo, con lo scudetto sullo sfondo. Chissà se lo scaramantico Inzaghi ci avrà fatto caso, ma proprio nell’anno del primo tricolore, quello del 1974 targato Tommaso Maestrelli, alla vigilia del derby di andata la Lazio aveva davanti a se Napoli, Inter e Juventus (unica intrusa la Fiorentina), proprio come oggi. Una stracittadina che i biancocelesti vinsero per 2-1 e che di fatto diede lo slancio giusto alla rincorsa scudetto.

Sempre nell’ottica della scaramanzia, il bilancio di Inzaghi contro la Roma da allenatore è sempre stato positivo, sin dai tempi della Primavera: fu proprio lì che nel 2015 vinse la Coppa Italia contro i giallorossi, mentre lo scorso anno, dopo sette stracittadine di digiuno, spezzò il tabù andando a battere la Roma, sempre in Coppa Italia, completando l’opera nel ritorno con la qualificazione alla finale. Inzaghi vuole ripetere l’impresa, ma questa volta la posta in palio è se possibile più grande, perché mai come quest’anno la sfida con la Roma vale per la vetta.
Ultimo aggiornamento: Martedì 7 Novembre 2017, 23:50

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