Riccardo Cucchi, voce storica di Tutto il calcio minuto per minuto, promuove o boccia la regia internazionale tv che ha gestito i terribili momenti del malore di Eriksen?
«C'è stato un senso della misura: all'inizio hanno stretto su di lui, poi quando la situazione è apparsa grave si sono concentrati sul pubblico e hanno mandato immagini larghe. Purtroppo, però, in altri contesti non è stato altrettanto automatico dopo il ricovero del ragazzo».
A cosa si riferisce?
«Da giornalista, non riesco ad accettare chi ha scelto di riproporre, quasi ossessivamente, le immagini di Eriksen a terra o sulla barella con la maschera d'ossigeno alla bocca. E mi riferisco soprattutto ai social, a qualche televisione e alle prime pagine di alcuni giornali».
Però, le immagini dei compagni, a scudo intorno a lui, sono state eccezionali.
«È stato un messaggio straordinario: non si sbircia sul dolore di tutti noi.
Ha mai dovuto gestire una circostanza simile?
«No, ma ricordo, però, altri colleghi che si sono trovati a vivere momenti così drammatici; penso a Sandro Ciotti che dovette raccontare con incredibile sensibilità la morte di Renato Curi (30 ottobre 1977, ndr)».
Ultimo aggiornamento: Martedì 15 Giugno 2021, 13:56
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