Francesco Panella: «Stavolta vi porto in Asia, ma sempre alla ricerca degli autentici sapori italiani»

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di Donatella Aragozzini

Da Dubai alla capitale malese Kuala Lumpur, dalla Thailandia, con ben due puntate a Bangkok e una a Phuket, fino al Vietnam. Dopo aver toccato Europa, Nordamerica, Sudamerica e Africa, con appena due incursioni asiatiche in Israele e a est di Istanbul, “Little Big Italy” quest'anno si è spinto oltre: è infatti l'Oriente ad ospitare i nuovi episodi del programma di Nove, che ogni lunedì in prima serata fa viaggiare i telespettatori alla ricerca dei migliori ristoranti al mondo dove ritrovare gli autentici sapori della tradizione italiana. Uno dei titoli di punta della rete, che di stagione in stagione vede crescere il suo pubblico (la media di ascolti è ora di 477.000 spettatori, con un +15% rispetto allo scorso anno), anche grazie alla credibilità e alla simpatia del conduttore Francesco Panella, noto ristoratore romano che ha saputo espandersi con successo a New York, Dubai e in Corsica partendo dal ristorante di famiglia “L'Antica Pesa”, aperto dai nonni nel 1922 nel rione Trastevere a Roma.

Ci dica, Panella, com'è questa nuova stagione del programma?

«L'Asia ha un punto di vista completamente diverso rispetto alle altre parti del mondo, chi decide di vivere in quel continente si confronta con una realtà diversa, una profondità diversa, uno stile di vita diverso da quello cosiddetto anglosassone, è come se ti guardasse un po' dentro l'anima. E quindi ogni puntata è a sé».

In sei edizioni ha girato gran parte del mondo, dove le sembra che ci sia più rispetto per la tradizione culinaria italiana?

«Dipende da chi incontri: c'è chi ha così bisogno di raccontare il proprio paese da rispettarla pienamente e c'è poi l'imprenditore che strizza l'occhio al gusto locale, per avere un maggiore profitto. In pratica, chi mette dei valori della tradizione nei piatti e chi ne mette meno. In 70 episodi abbiamo visto davvero tante realtà».

Qualcuno l'ha definita “l'Alberto Angela della ristorazione”: che ne pensa di questo appellativo?

«Il paragone con Alberto Angela mi fa quasi commuovere, perché lui è una persona incredibile, autorevole e amata da tutti».

Che sia un ambasciatore della ristorazione italiana nel mondo è fuor di dubbio: lo testimoniano anche i tanti premi ricevuti, uno tra tutti quello che le ha conferito la Camera dei deputati nel 2020, come promotore dell’italianità all’estero.

«È una cosa che mi inorgoglisce tantissimo, evidentemente hanno visto qualcosa in me da poter essere valutato.

Io cerco sempre di lavorare con serietà e competenza, non credo di fare qualcosa di straordinario».

C'è altro che bolle in pentola?

«Ho un progetto entusiasmante, molto bello, che nascerà a Milano. Non posso ancora rivelare molto, posso dire però che avrò l'opportunità di parlare alla generazione che a me ispira di più, i giovani, ed esaudire il mio sogno di averli più vicini a me con un prodotto per loro che abbia una logica ben precisa: un piatto particolare, da loro molto amato ma che a volte non è il massimo, realizzato stavolta con una qualità incredibile e prezzi popolari. Partirà tra qualche mese, per metterlo a punto ho fatto uno studio sui miei figli, che hanno 23 anni, 18 e 17».

Non solo tv e ristorazione: forse non tutti sanno che sul suo profilo Instagram fa da cicerone ai suoi follower con il format a puntate “Tre posti insoliti di Roma”.

«Amo tantissimo raccontare Roma, cercare nuovi punti di vista, raccontare la mia città nativa in modo inusuale. Purtroppo ho pochissimo tempo ma è una cosa che mi diverte molto, lo faccio ogni volta che posso».

Nel suo curriculum ci sono anche tre libri di cucina, ne ha altri in programma?

«Per il momento no, però mi piace molto scrivere, tirare fuori quello che ho dentro. Mi piace anche lavorare di fantasia, quindi un romanzo perché no? Ho sentito tante storie, potrei scriverne uno sulla ristorazione».


Ultimo aggiornamento: Lunedì 2 Ottobre 2023, 10:53
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