Francesca Fialdini: «Contro i disturbi alimentari bisogna curare i sentimenti»

La conduttrice dalla tv alla libreria con “Nella tana del coniglio”

Francesca Fialdini: «Contro i disturbi alimentari bisogna curare i sentimenti»

di Donatella Aragozzini

Da oltre tre anni si occupa di disturbi alimentari con il programma tv “Fame d'amore”, ma ora Francesca Fialdini ha deciso di portare quel tema, tanto importante, anche in libreria: ha infatti pubblicato con Rai Libri “Nella tana del coniglio – Quando la lotta con il cibo diventa un'ossessione”.

Francesca, perché questo titolo particolare?

«È stato scelto appositamente perché è una metafora utilizzata da chi ha disturbi alimentari: corriamo dietro ai nostri miti, agli ideali di bellezza, come Alice rincorreva il Bianconiglio, fino a cadere nella sua tana».

Chi è la Giada alla quale è dedicato il libro?

«È una delle ragazze seguite nella prima stagione di “Fame d'amore”, purtroppo venuta a mancare. È il destino a cui si può andare incontro quando un disturbo non viene riconosciuto e curato. Giada è un simbolo. A scatenare tutto c'è sempre una frattura emotiva, una ferita d'amore, quando il bisogno di sentirsi amati viene tradito da uno sguardo che non si rivolge più verso di loro ma altrove. Il processo di guarigione può richiedere anni, anche tutta la vita».

I protagonisti del libro sono gli stessi del programma tv?

«No, sono sei racconti inediti, casi anche di donne adulte, con la malattia radicata. Ho scelto la forma dell'intervista per non toccare il loro modo di esprimersi, perché bisogna prestare molta attenzione alle parole che si usano. Ad esempio, a una persona con disturbi alimentari è meglio non fare complimenti a livello fisico: “stai bene” può essere interpretato come “hai preso peso” e mandarla in tilt, l'unico complimento che questi ragazzi accettano è “che begli occhi che hai”, perché gli occhi non possono dimagrire né ingrassare».

“Fame d'amore” è diventato un titolo di punta di Rai3, apprezzato da pubblico e critica. Soddisfatta?

«Molto, per fortuna l'opinione pubblica sta cominciando a capire la portata di questo problema.

I ragazzi ci chiedono di ascoltarli, noi cerchiamo di andare in profondità e capire le dinamiche mentali e le cause del loro disagio».

Mi dica, quando è nato il suo interesse per queste tematiche?

«Dal punto di vista professionale, quando ho visto la foto scioccante della modella anoressica Isabelle Caro scattata da Oliviero Toscani, ma sono entrata in contatto con questi temi già ai tempi del liceo, quando una mia carissima amica, durante una gita, mi ha detto “ho mangiato sette patatine fritte”: sono rimasta sconvolta, a me non sarebbe mai venuto in mente di contarle. Nei mesi successivi è diventata magrissima, era un modo per manifestare un disagio, per fortuna poi è guarita. Ma un tempo questi disturbi erano meno frequenti di oggi. Per questo quest'anno ho cercato di parlarne anche a “Da noi... a ruota libera”».

Non sono temi un po' troppo forti, per un programma della domenica pomeriggio?

«No, è importante parlarne, naturalmente in quel caso con il registro dell'intrattenimento: ad esempio, Lorenzo Licitra ci ha raccontato di aver sofferto di bulimia perché i discografici lo trovavano troppo in carne».

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Ultimo aggiornamento: Sabato 9 Dicembre 2023, 14:20
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