Enrico Lo Verso debutta in una soap con
Centovetrine: "La tv salverà il cinema"

Enrico Lo Verso debutta in una soap con ​Centovetrine: "La tv salverà il cinema"
ROMA - Al cinema lo hanno diretto, tra gli altri, Amelio, Scola, Longoni, Scott, Gitai.





Carriera ricca di successi, anche a teatro e in film per la tv - perfino il calendario Pirelli – oggi Enrico Lo Verso debutta nella fiction Centovetrine: la prima soap ora, perché? «Tanti anni fa mi avevano prospettato un ruolo ne La Piovra, la paura della popolarità mi ha fatto arretrare parecchio e devo dire anche ora mi spaventa un po'. Sulle soap avevo molti pregiudizi, su proposta di un'amica, ho accettato di incontrare il produttore, l'incontro si è rivelato un provino. La ricchezza del personaggio e l'alto livello di professionalità mi hanno conquistato».



Il lavoro è “nuovo” rispetto a quello fatto finora?

«Il cinema ha sfide diverse, questa è recitazione pura, devi essere creativo sul momento, in un giorno arrivi a fare pure 7/8 scene differenti per altrettante emozioni».



La tv in Italia è più professionale del cinema?

«Ora che La Grande Bellezza ha vinto l'Oscar si parlerà di rinascita del cinema italiano ma non credo cambierà molto. L'Oscar premia la genialità di uno, che purtroppo non fa media, dovremmo cercare di lavorare sulla qualità media del cinema per fare prodotti esportabili. Abbiamo avuto un grande cinema che ha dettato regole all'estero, poi ci siamo seduti a fare un cinema carino e aggraziato».



Sarà la tv a salvare la filmografia italiana?

«Perché no? La tv sta rosicchiando spazio al cinema, ora è quella che punta più in alto. In Centovetrine, con me sta lavorando anche Galatea Ranzi. Ci sono pure tanti giovani che hanno studiato all'Accademia e sono bravissimi. In un film magari ci sarebbero stati figli di amici del produttore».



Per un po' di tempo, sei stato “lontano” dai set italiani…

«Ho fatto scelte rigorose e lavorato all'estero. In Italia oggi si lavora molto per amicizie e non sono mai stato uno da pubbliche relazioni. Non “recito” fuori dal set. Negli anni arrivavano telefonate di registi e sceneggiatori, poi i produttori sceglievano altri perché erano sulla cresta dell'onda o andavano a più feste».



Prossimi progetti?

«Sto discutendo un paio di progetti in Germania. Inoltre, con Galatea Ranzi, vorremmo portare a teatro un lavoro sulla violenza sulle donne».



Chi salverà il cinema italiano?

«Il cinema italiano sarà salvato dall'umiltà e dalla voglia di puntare in alto. Ripartiamo dalla tv».
Ultimo aggiornamento: Martedì 18 Marzo 2014, 08:34
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