Django, la serie in arrivo su Sky: torna Franco Nero, debutta (da attore) Manuel Agnelli. Ecco quando esce

Franco Nero, Manuel Agnelli e non solo: la serie su Sky vira sul genere spaghetti western

Django, la serie in arrivo su Sky: torna Franco Nero, debutta (da attore) Manuel Agnelli. Ecco quando esce

di ADT

Un debutto eccellente (Manuel Agnelli) e un ritorno epico (Franco Nero): la serie Django, dal 17 febbraio su Sky e NOW per dieci puntate, promette una sorprendente virata sul genere spaghetti western. E non solo per la prospettiva femminile di Francesca Comencini, già vincente nella declinazione di Gomorra a puntate.

Aurora Ruffino: «Amo il coraggio della mia Lidia. E sogno di essere un'eroina Marvel»

Django la serie, su Sky dal 17 febbraio

La direttrice artistica del progetto omaggia sì l’originale di Sergio Corbucci e riporta in scena l’interprete di questo iconico cowboy (stavolta con il volto di Matthias Schoenaerts) ma al tempo stesso offre spunti che non t’aspetti con un repertorio di donne a dir poco variegato, dall’antagonista visionaria Elizabeth (Noomi Rapace) alla moglie del protagonista Margareth (interpretata da Camille Dugay, figlia della regista). La storia, ambientata nel Texas di fine 1800, racconta di quest’uomo in cerca di vendetta e libertà, Django, che nel suo viaggio solitario s’imbatte in una città sovversiva, New Babylon.

«E pensare – ricorda Franco Nero – che il film di Corbucci è nato senza una lira e l’abbiamo finito per miracolo, von i finanziamenti spagnoli. Faceva un tale freddo, in inverno, durante le riprese nel fango, che sono anche finito in ospedale dopo una scena nelle sabbie mobili. Mi hanno dovuto massaggiare con lo spirito perché ero paralizzato. Mai avremmo immaginato che sarebbe diventato un fenomeno mondiale. Il successo è dovuto soprattutto ai giovani, ai lavoratori che si sono immedesimati con Django e si sono immaginati mentre vanno dal capo ufficio intimandogli di cambiare le cose. Era un film politico».

Questa lotta sociale non si è persa nella serie: «Hanno messo anche un bacio gay – aggiunge l’attore – perché hanno pensato si potesse fare, d’altronde adesso il mondo è cambiato tanto». «Non è una forzatura – precisa la sceneggiatrice Maddalena Ravagli – all’epoca la transumanza durata 10-12 mesi nel nulla e i cowboy si sentivano soli. Nascevano pulsioni e desideri, fa parte della complessità dell’animo umano».

Nella versione a puntate si parla d’immigrazione, guerra e integrazione razziale: «Questa cornice fiabesca nera – spiega Francesca Comencini – consente di parlare delle paure di oggi e di esorcizzarle».

Manuel Agnelli, grande fan del genere, ci scherza su: «Pur di far parte di questo racconto le ho detto: “Faccio pure il cespuglio”». Per inciso, Django potrebbe essere l’inizio di una seconda carriera per il cantautore, talmente contento dell’esperienza sul set che vorrebbe continuare a recitare.


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 15 Febbraio 2023, 09:58
© RIPRODUZIONE RISERVATA