SANREMO - Mi sveglio presto, sono a Sanremo. Ancora non ci credo. Qui c'è il mare, ci sono le palme, è quasi Brasile. È quasi casa. Con gli occhi ancora stropicciati e l'anima svestita mi prendo qualche attimo per realizzare quello che è successo ieri sera. Dopo mesi di attesa sono scesa da quelle scale, erano lunghissime, non vedevo la fine, mi sono sentita viva. Un altro palco senza pubblico, «ci sei abituata», mi sono detta prima di iniziare a cantare.
Eppure c'era qualcosa di magico e di elettrico in quel teatro. Quello era IL palco, non un altro palco. Se penso che Tenco, Vasco o Elisa hanno camminato sullo stesso pavimento iniziano a luccicarmi gli occhi, ora sento di poter toccare con mano il mio sogno. Ieri ho liberato le mie mille anime e ho aperto il mio cuore amaro a tutti: alla gente che amo, alla mia generazione che non sa dove appendere i propri sogni, ai lavoratori dello spettacolo che da più di un anno aspettano di ripartire. Giuro che ho sentito l'abbraccio di tutti. Tra poco la prima intervista, non posso fare tardi come mio solito.
Ah, poi oggi c'è anche Lous che mi aspetta. Ma giuro che adesso non spoilero più nulla. Ci vediamo stasera. Dio benedica questo disordine raro.
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Ultimo aggiornamento: Venerdì 5 Marzo 2021, 09:03
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