La combriccola del Blasco stasera ha invaso il Circo Massimo. Lo ha conquistato e poi lo ha fatto esplodere, in un evento di quelli che passeranno alla storia.
Vasco al Circo Massimo, spuntano anche i Maneskin tra il pubblico: 70mila fan in estasi
Perché ieri sera a Roma, in quell’arena sconfinata, c’era il popolo di Vasco Rossi con tutta la voglia di tornare a cantare le sue canzoni dopo due anni di attesa. Chi era lì, infatti, aveva il biglietto chiuso da due anni in un cassetto e non vedeva l’ora di poterlo tirar fuori.
E così è stato: l’attesa si è sciolta in un coro unico che ha accompagnato la voce di Vasco e la musica della sua band dal primo all’ultimo minuto. C'erano tutti, stasera, ad abbracciare Vasco: le signore di 70 che cantano le sue canzoni da trent'anni almeno e i ragazzini che le sanno comunque tutte a memoria, anche le più vecchie come "Sballi ravvicinati del terzo tipo".
BENTROVATI, BENTORNATI...
Alle 21.20 Vasco è uscito sul palco e le prime note di XI Comandamento hanno dato il via al concerto. “Bentrovati”, urla Vasco dal palco e poi via con i suoi ultimi brani come “L’uomo più semplice" e “Se ti potessi dire”, un brano amato dal Blasco che dal palco lo ha presentato come : "Erano tre anni che volevo cantare, e finalmente..".
FINALMENTE, VASCO
“Finalmente, questo è il concerto del finalmente…”. Un pensiero ai due anni difficili e poi subito lo sguardo si perde in quella distesa sconfinata di fan: "siete uno spettacolo straordinario. Il Circo Massimo è veramente un posto incredibile".
E via con la musica di “Ti prendo e ti porto via” che fa ballare tutto il Circo Massimo.
L’atmosfera si fa calda e parte “Senza Parole”: ormai il pubblico è in estasi e sarà così fino a mezzanotte.
SI TORNA NEGLI ANNI '80...
Il Blasco tra un brano e l’altra parla diretto al suo pubblico e introduce uno dei momenti tra i più attesi: “Entriamo negli anni ’80.
Fuori la voce per “Gli spari sopra”, poi è il momento di un'altra canzone storica, introdotta da Vasco come “questa è ancora attualissima, perché c’è ancora chi dice no” : braccia verso il cielo per "C'è chi dice no", quindi, e si va avanti con brani indimenticabili come “Stupendo”, “Siamo soli” e “Sballi ravvicinati del terzo tipo”, “Delusa” e “Rewind” quando, come da tradizione ormai, volano reggiseni e sul maxi schermo girano le immagini delle fan a seno nudo.
LA GUERRA E’ CONTRO LA MUSICA
Tra un brano e l’altro c’è spazio anche per parlare della guerra, del Covid. E il Blasco, neanche a dirlo, lo fa a modo suo: “Fanculo la guerra, fanculo il Covid, dopo il Covid ci voleva anche la guerra...La guerra è contro l’umanità, è contro la civiltà, tutte le guerre sono contro i bambini. Dove c'è guerra non c'è musica, dove c’è musica non c’è guerra. Fuck, fuck you, fuck me.. Noi vogliamo l'amore, la pace e la musica: questo si diceva negli anni ’70. Siamo tornati indietro…”.
LE NOTE PIU' DOLCI PER I SALUTI
Ci si avvicina alla parte finale, al momento più intimo per i fan di Vasco Rosso quando partono infatti le note di “Tofee”, “Sally” e “Siamo solo noi”. Arriva “Vita spericolata”, poi la fantastica “Canzone” e infine l’immancabile “Albachiara” che, per il popolo del Blasco, è il saluto finale, l’arrivederci al prossimo concerto. A Roma o, chissà, in un’altra città. Perché i 140mila del Circo Massimo arrivavano da tutta Italia. E oggi si replica.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 13 Giugno 2022, 13:42
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