Remo Anzovino: «Solo al mio pianoforte per staccare i chiodi alle nostre ali»

Il compositore e pianista pubblica "Don't forget to fly": «Faccio volare con i sogni»

Remo Anzovino: «Solo al mio pianoforte per staccare i chiodi alle nostre ali»

di Rita Vecchio

Partire dal sogno e arrivare alla musica che ha come denominatore comune il soddisfare un bisogno diffuso. Quello della contemporaneità e della società di oggi. Per Remo Anzovino, compositore e pianista, classe 1976, la vita artistica che ha prepotentemente preso il sopravvento su quella che lo vedeva impegnato in studio come avvocato penalista. Celebrato con il Nastro D'Argento 2019 Musica dell’Arte per le sue colonne sonore, torna a 6 anni da “Nocturne” (18 milioni di streaming su Spotify) con “Don’t Forget to Fly”, il primo suo album per solo piano solo

Il titolo sa di speranza e di evasione. Il riferimento è alla attualità?

«Accompagna la mia passione per  Learn To Fly del gruppo musicale statunitense Foo Fighters. Mi sono soffermato a guardare il mondo dopo (pandemia, guerra, cambiamento climatico, crisi economica) e ho visto un mondo incerto. Questo disco nasce dalla sensazione che ho sul fatto che gli esseri umani sono degli strani volateli con le ali appese al chiodo. La copertina è il risultato di questo pensiero, la fotografia che sotto un cielo carico di nuvole si nasconde una luce nuova di rinascita. E’ un bisogno interiore che diventa reale. Ma non c'è malinconia o dolore. Qui gioco con i contrasti: c'è voglia di sognare perché la realtà attorno è già carica. E come diceva Calvino, con leggerezza che poi non è superficialità». 

Il disco come una metafora, quindi. 

«Traduce in puro suono, quello del piano solo, per la mia prima volta, il bisogno degli esseri umani. Per questo ho citato Gaston Bachelard, "Nel mondo del sogno non si vola perché si hanno ali, ci si crede ali perché si è volato". Infatti, nella tracklist manca la parola “wings”(ali):  l’uomo vola solo con i suoi sogni.

E oggi deve farlo più che mai». 

Come mai ha deciso di incidere per piano solo?

«Perché il pianoforte è il mio più grande amico. Ed è un atto d’amore per lo strumento da cui posso ricavare tutti i suoni dell’orchestra.  Percussione, groove e melodia. Considero la musica il primario piacere all’orecchio». 

In che stato di salute è la musica strumentale oggi? 

«La vedo bene. Sono stato scelto da Apple Music per il lancio dell’applicazione di musica classica. Le basi di Mozart e Bach, la melodia di compositori di un tempo arriva a Tananai e Lazza. "Tango" ha una curvatura balistica originalissima (la canticchia, ndr).  La musica classica più che mai ci rivela perché il pop è cambiato. Sta descrivendo il proprio tempo in modo elegante e autonomo». 

Ha citato Lazza e Tananai. Che pensa quindi del Festival di Sanremo

«Mi ha incuriosito e Amadeus ha portato dalla sua la parte teen. Credo dovrebbe rappresentare anche la  musica che fa i numeri e si afferma nel mondo con i soli suoni. Far sentire un grande brano pianistico scritto da un compositore di oggi  sarebbe perfetto per una  narrazione televisiva che celebra la forma canzone. Io non rifiuterei se mi invitassero».

Prossimi progetti?

«Mi piacerebbe scrivere un'opera. Per il resto, ho una serie di concerti. Ne farò uno anche a Genova al teatro Carlo Felice,  il 13 agosto, per il quinto anniversario del crollo di Ponte Morandi che 5 anni fa provocò la morte di 43 persone e oltre 600 sfollati».


Ultimo aggiornamento: Lunedì 5 Giugno 2023, 08:12
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