Pelù a tutto campo: «In Ucraina la diplomazia ha fallito. I Litfiba? Erano diventati insostenibili»

Intervista al cantante, tra i protagonisti del Concertone del Primo maggio

Pelù a tutto campo: «In Ucraina la diplomazia ha fallito. I Litfiba? Erano diventati insostenibili»

di Valerio Di Marco

Ci sarà anche Piero Pelù sul palco del Primo Maggio a Roma. L’artista fiorentino ha appena pubblicato “Musica Libera”, un brano reggae realizzato con il cantautore italo-giamaicano Alborosie e che i due suoneranno a piazza San Giovanni. L’occasione è buona per una chiacchierata in esclusiva con Leggo.

Piero, quest’anno il Concertone ribadisce più che mai l’importanza del diritto al lavoro.

«Io inserirei in Costituzione anche il diritto alla sicurezza sul lavoro. Servono più investimenti e controlli. Si muore ancora troppo sul lavoro, e chissà quante sono le morti non dichiarate. Poi c’è anche il tema del salario minimo».

Giusto trent’anni fa saliva sullo stesso palco e se la prendeva in diretta tv con il Papa...

«Wojtyla è stato molto conservatore, sul tema del preservativo era indietro di cento anni. Fortuna che oggi abbiamo un papa progressista».

Quella fu anche la volta del profilattico da lei srotolato sul microfono dell’inviato Rai Vincenzo Mollica...

«Con i Litfiba venivamo da un tour europeo nei club dove, in chiave anti-Aids, venivano distribuiti preservativi gratis. Fu proprio uno di quelli che usai per il microfono del grande Vincenzo. Restai in dubbio fino all’ultimo se farlo o no, ma poi lui per errore mi presentò come Pino Pelù e allora decisi di sì».

Come nasce “Musica Libera”?

«Non mi andava di tornare con un pezzo rock e così abbiamo creato questa contaminazione, quasi un chillout ma con temi come libertà e fratellanza, importanti ancora di più oggi con la guerra in Ucraina».

Quando nel 1999 la Nato bombardò Belgrado, lei, Ligabue e Jovanotti pubblicaste “Il mio nome è mai più”. Ha mai pensato di fare anche adesso una canzone pacifista, magari coinvolgendo altri artisti?

«A dire il vero no. In ogni caso la situazione in Ucraina è molto complessa e dimostra che la diplomazia ha fallito. Sapevamo fin dalla guerra in Cecenia che Putin era un dittatore, eppure ci siamo scesi a patti raddoppiando la richiesta di gas russo. Anche la Merkel ha sbagliato tutto, con il Nord Stream».

Tornando alla musica. Era proprio necessario sciogliere i Litfiba?

«C’era divergenza su tutto, umanamente era diventata una cosa insostenibile. Avevo anche proposto di assumere uno psicologo, come fanno altre band, ma mi è stato risposto di no. Allora mi sono detto: “Perché devo stare male, io voglio stare bene”. In ogni caso, con Ghigo ci siamo lasciati meno peggio dell’altra volta».


Ultimo aggiornamento: Sabato 29 Aprile 2023, 16:47
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