Mika vola con il Revelation Tour: «Cerco il contatto vero con il pubblico. I temi sono seri, ma il live è gioia»

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di Luca Uccello
L’energia c’è, non manca assolutamente. Mika è stato di parola. Canta, balla, fa cantare e ballare. Lo ha fatto a Torino domenica, lo farà per undici date, mai nessuno ci aveva provato prima. Lo fa con il suo pubblico, i suoi nuovi amici: ci sta in mezzo, lo fa per davvero. Si lancia al di là del palco, li attraversa, li abbraccia, ci entra dentro. «Volevo il contatto con il pubblico, quello che non avevo con la televisione. Volevo creare un’intimità tra me e loro. I brani parlano di temi molto serie e personali, ma offrono musica di grande gioia e colore». Dimenticate A Casa Mika, qui è tutta un’altra cosa. Un disco dedicato alla madre, uno show dedicato a tutti e due i suoi genitori rappresentati con due grandi fotografie, “loro sono i miei Adamo ed Eva”. 

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Dietro Revelation Tour “c’è un mio percorso di ricerca identitaria e rivelazione che ho intrapreso in questa nuova avventura artistica”. Sul palco non c’è un solo schermo «Non siamo al cinema e nemmeno in televisione». Tutti gli occhi sono di lui. Su quello che fa, che sa trasmettere con una parola, una battuta, nel suo italiano pieno di imperfezioni e di allegria. La musica è al centro di tutto, poi c’è l’emozione. «Mi sono concentrato sull’idea di diventare un adulto senza perdere umanità, calore, il senso dei colori e dell’eccentricità». C’è anche un pianoforte bianco “che cambia colore come la vita”, come ogni cosa che riesce a fare su quel palco anni ‘80”.
Ultimo aggiornamento: Martedì 26 Novembre 2019, 09:04
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