Marrageddon, il più grande festival rap: la sfida stravinta di Marracash, il King del tutto esaurito

Sul palco Guè, Salmo, Fabri Fibra, Mahmood, Blanco, Lazza, Madame. Un grande successo di numeri e di musica. Tra Milano e Napoli, sono 140mila presenze

Marrageddon, il più grande festival rap: la sfida stravinta di Marracash, il King del tutto esaurito

di Rita Vecchio

Il rapper delle idee, protagonista di un genere in continuo avanzamento, simbolo di una discografia che lo racconta. Dopo un anno di attesa, Marracash accende finalmente l’arena festosa del primo festival rap dall'impresa titanica, Marrageddon. “Solo chi non é capace dice che è impossibile” e solo lui poteva provare a mettere su un impianto come quello di ieri sera all’Ippodromo La Maura di Milano, primo episodio di due, il secondo a Napoli il 30 settembre, del più osato raduno di fan di un genere giunto al suo cinquantesimo, che continua a progredire e ad attualizzarsi. Dal Bronx in Italia, con tutti gli step in mezzo. Marracash si è arrischiato di farlo, ci ha provato, ha tentato, ha vinto, «a cavallo di una categoria che non è un trend, ma che è qui per restare» come dice durante le prove Paola Zukar manager del rap italiano a cui va buona parte del merito di Marrageddon. 

IL LIVE

Sono arrivati in 84mila (a fine concerto girava voce fossero  ancora di più), superando gli ostacoli di strade chiuse per garantire la sicura viabilità nel quartiere San Siro in cui, contemporaneamente, si giocava la partita Milan-Verona, con parcheggi stracolmi, fermate di metro chiuse, e sfidando, per giunta, le intemperie di un tempo incerto, resistendo con i piedi nel fango dopo la pioggia forte che si era abbattuta nel pomeriggio, appena prima dei primi due Dj set, di Radio Deejay e di Zak e TY1 che hanno tagliato l’inizio di 8 ore di show.

La line up era stata resa nota, ma i momenti a sorpresa che Marracash stesso aveva promesso già ad aprile scorso, con ospiti non annunciati che sarebbero comparsi sul palco, ha reso questa lunga traversata musicale ancora più attraente. Salmo e Fabri Fibra, salutato con tifo da stadio olimpico, Mahmood, Blanco, Madame, Lazza e Paky, Tedua, Noyz Narcos , una sfilza di personaggi che hanno contribuito alla scena, che sono parte di essa, che ne disegnano i confini per poi superarli. Ed è Mahmood che apre l’ultimo set di Marracash. Due ore e un quarto di scaletta divisa in tre parti solo per il rapper del quartiere periferico milanese della Barona che ha ideato tutto questo. Un viaggio ben organizzato che ripercorre gli inizi e la gavetta, gli alti e i bassi, perché, urla su “Bravi a cadere - I Polmoni", «è incredibile ripensare alla mia carriera, sono bravo a cadere ma sono ancora più bravo nel rialzarmi». Così la dedica a tutti i figli di immigrati e tutta la sua seconda generazione su “Bastavano le briciole” con foto che scorrono sui maxischermi di lui da piccolo e la chiusura con T’appartengo. In Rapper/Crimanale compare Baby Gang, lo saluta, «non ha potuto esserci per problemi giudiziari in corso», invita a «non giudicare la vita degli altri perché nella vita mai niente è sempre tutto o bianco o nero». Mentre poco prima Paky, durante la sua esibizione, urla fra finti colpi di mitra «Free Simba La Rue e tutta la gente dalla galera». 

Il secondo set è Santeria con Guè, il terzo prepara alla chiusura con tanto di fuochi d’artificio. Ad applaudirlo la famiglia, il padre lo ha aspettato ai varchi dell’ingresso all’area, visibilmente emozionato, c’era Amadeus prima dietro il palco e poi sulla tribuna vip, Valentino Rossi. Fedele, anche qui, al testo: “Tengo vicini amici e persone care, perché senza radici l'albero cade.” 

Il dispiegamento di una tecnologia incredibile contribuisce a uno show straordinario da un punto di vista artistico.

Ci sono grattacieli distrutti nei visual che scorrono su quel palco pieno di riscatto e di orgoglio. Squali, maschere, elefanti d’oro e occhi di fuoco, mentre la famosa aria "Vesti la giubba" di Leoncavallo recitata dal tenore Cristobal Campos introduce a "Pagliacci". Rap, hip hop, e lo scratchare tra una decina di ballerini a coreografia tra visual dalla grafica impeccabile, riprese televisive ad altissima risoluzione e una produzione di 200 persone che ha messo in piedi uno spettacolo eccezionale che chiude il sipario sulla situazione dei live di un’annata in pieno rialzo. 

Marracash (crediti Andrea Bianchera)

NUMERI INASPETTATI

Numeri straordinari che incasellano l’Italia al primo posto per i festival hip hop in Europa. «Scelta perfetta che Paola Zukar e Marra hanno fatto da un punto vista artistico. Siamo oltre il sogno, siamo diventati la nazione cui guardare». Soddisfazione per il risultato di un evento di questo calibro passano dalle parole di Ferdinando Salzano di Friends & Partners. Oltre il sogno, anche perché, alle presenze registrate si aggiungono i numeri di una media fissa di 20mila spettatori attraverso la diretta sul canale Twitch di Amazon Music Italia. «Partita vinta, una scommessa straordinaria e meritatamente aggiudicata da un’idea nata una sera a casa di Marra che voleva fare il più grande evento hip hop. Le aspettative? Superate», ribadisce sempre Salzano che conferma i 140mila biglietti, tra Milano e Napoli, venduti. Frutto di un lavoro interminabile per cui tra discografia e live, dal 2019 a oggi, «Non ci siamo mai fermati». Non si sono fermati. Marracash ha una discografia perenemente in classifica, dischi di platino, la Targa Tenco per “Noi, loro, gli altri” come miglior disco in assoluto.  E Marrageddon non è altro che la conferma. E' il ritorno del principe, Marra Terzo il Terribile, il King del rap. Chiamatelo come volete, Marracash ha e ha avuto ragione. 


Ultimo aggiornamento: Domenica 24 Settembre 2023, 12:10
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