Mal contro i Maneskin: «Le loro canzoni in inglese? Quando cantano non capisco quello che dicono»

Per il cantante la band non masticherebbe un inglese così efficiente come si crede

Mal contro i Maneskin: «Le loro canzoni in inglese? Quando cantano non capisco quello che dicono»

di Redazione Web

Paul Bradley Couling è in arte Mal, che sta per Malcolm, in onore del cugino gallese al quale il cantante inglese era affezionato. L'artista, pioniere del beat in Italia durante la seconda metà degli Anni Sessanta, ha giudicato quasi scolastico e incomprensivo l'inglese dei Maneskin, la celebre band romana vincitrice dell'Eurovision Song Contest 2021. A quanto pare, l'inglese cantato dal frontman Damiano David non sarebbe così chiaro come vuol far credere. E chi, meglio di un madrelingua, può giudicarne la bravura?

L'inglese di Damiano

Diventati famosi all'estero anche per la celebre interpretazione del singolo "Beggin'", i Maneskin sono conosciuti a livello mondiale per lo stile rockettaro, la trasgressione messa in scena sul palco a ogni concerto e per i testi mai cantati in romano.

Grazie alle canzoni scritte in inglese, la band è riuscita a portare il loro nome anche fuori porta, oltrepassando l'oceano ed esibendosi sui palchi di mezzo mondo. Ma a storcere il naso per l'accento, la forma o la costruzione delle frasi è proprio Mal, britannico di nascita. In un'intervista rilasciata al Corriere della Sera, il cantante ha ricordato un momento della sua carriera in cui si era esibito al "Cantante Mascherato", un programma televisivo andato in onda su Rai1, condotto da Milly Carlucci: «Quando lì ho fatto Beggin’, sono andato a prendermi il brano originale di Frankie Valli, perché dalla loro versione non si capiva niente».

L'esordio nel 1965

In principio erano i Meteors, poi gli Spirits, quindi i Primitives, infine solo lui: Mal, che il 27 febbraio compirà 80 anni. Britannico naturalizzato italiano, è nato nel Galles, figlio di un muratore di cui in gioventù ha ripreso il mestiere assieme a quello di elettricista. Il suo rapporto con l'Italia inizia alla metà degli anni Sessanta, dopo che nel quartiere londinese di Soho una sua esibizione viene ascoltata da due italiani presenti nel locale: uno è Gianni Boncompagni e l'altro è Alberigo Crocetta proprietario del Piper, la discoteca romana più in dell'epoca, dove si esibivano e nascevano i nuovi talenti della musica, un nome per tutti quello di Patty Pravo.


Ultimo aggiornamento: Sabato 27 Gennaio 2024, 19:56
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