​Fabrizio Zampa, il ricordo dei colleghi del Messaggero: «Colto e irriverente, uomo libero, elegantemente gaudente, simpatico e riservato»

Per chi ha condiviso con lui l’appartenenza al quotidiano di via del Tritone, il ricordo di Fabrizio Zampa è legato a doppio filo alla grande piacevolezza della persona e ai lampi di geniale ironia che ne accompagnavano articoli e gesta

Fabrizio Zampa, il ricordo dei colleghi del Messaggero: «Colto e irriverente, uomo libero, elegantemente gaudente, simpatico e riservato»

di Germana Consalvi

Più della firma potè l’ironia. Giornalista appassionato e competente, colto e irriverente, uomo libero, elegantemente gaudente, simpatico e riservato. Sono e saranno tanti e tutti giusti gli aggettivi per definire Fabrizio Zampa, storico giornalista degli Spettacoli del “Messaggero”, scomparso a 85 anni. Ma per chi ha condiviso con lui l’appartenenza al glorioso quotidiano al quarto piano di via del Tritone, il ricordo di Fabrizio Zampa è legato a doppio filo alla grande piacevolezza della persona e ai lampi di geniale ironia che ne accompagnavano articoli e gesta.

Val la pena condividere un paio di questi ricordi, entrambi del Festival di Sanremo, che per Zampa era un appuntamento fisso. Per rompere la monotonia dietro le quinte, aveva trovato un modo per divertire e divertirsi: rendere “creativo” il suo pass. Ogni anno doveva, come tutta la stampa accreditata al festival della canzone italiana, inviare la foto all’organizzazione della manifestazione.

La classica fototessera col primo piano la mandò in soffitta rapidamente: ogni anno al teatro Ariston Fabrizio Zampa aveva al collo il pass con sue foto incredibili, in versione gangster o altro. Una volta tornò dal festival e in redazione mostrò il pass più applaudito e divertente che era riuscito a “esibire” nella settimana sanremese: era vestito da sceicco bianco.

La stessa irresistibile ironia entrava, garbata e piacevolissima, nei suoi articoli. Sanremo 1987: commentando la canzone “Tanti auguri” cantata da Marcella Bella, che aveva due signori autori come Gianni Bella per la musica e Gino Paoli per il testo, Zampa spiegava che si trattava della fine di una storia d’amore. Lo si capiva fin dalle prime parole: “Niente ormai che ricordi noi/nella casa che era mia/c’è già scritto ‘affittasi’ ed io/passo lì davanti e vedo che/il fiore che ho piantato/l’anno scorso insieme a te è fiorito”. Un copione frequente nelle canzoni d’amore, storie che sbocciano, storie al capolinea. Ma ecco il graffio di Zampa. Il bicchiere è sempre mezzo pieno, fece intendere nel suo pezzo. Perché, scrisse, un amore finito male contiene comunque una buona notizia: “S’è liberato un appartamento!”.


Ultimo aggiornamento: Martedì 4 Luglio 2023, 15:51
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