Gli Eagles of Death Metal tornano a suonare
a Parigi: "Dovevamo finire quel concerto" -Foto

Gli Eagles of Death Metal tornano a suonare a Parigi: "Dovevamo finire quel concerto"

di Valeria Arnaldi
Gli Eagles of Death Metal - che erano sul palco il 13 novembre scorso, la sera della strage al Bataclan - ieri sono tornati a suonare Parigi per mandare un messaggio forte.
 

Di speranza, forse di “resistenza”. Non necessariamente - o non solamente - pacifica. «Voglio che tutti abbiano accesso alle armi - ha detto qualche ora prima di salire in scena all’Olympia il cantante del gruppo californiano, Jesse Hughes - ho visto morire gente che forse avrebbe potuto vivere». Così il concerto è diventato, sì, il vessillo di un Paese che non si arrende alla paura, ma anche la prova e la misura di quella stessa paura, pronta a imbracciare le armi per difendersi. Un appello per fortuna caduto nel vuoto ma in una città blindata, stavolta pronta a prevenire ogni possibile attacco.

Intorno all’Olympia è stata allestita un’area di sicurezza presidiata da poliziotti e soldati armati. In sala, molti sopravvissuti all’attacco di quella notte in cui persero la vita 89 persone, tra le quali l’italiana Valeria Solesin. Per loro un invito speciale e il supporto della presenza di un gruppo di psicologi. «Non posso permettere che i cattivi l'abbiano vinta. Devo finire quel concerto, per me è una grandissima responsabilità», ha proseguito Jesse Hughes, sostenendo la necessità di questa sorta “terapia” collettiva.

È proprio tra i superstiti, però, che non sono mancate le polemiche per quel concerto “normale”, aperto a tutti, quasi a voler costruire una seconda storia, una sorta di realtà alternativa per coprire l’orrore di quella notte con un nuovo ricordo. «Il rock and roll per me è sempre stato divertimento - ha concluso Hughes - e non permetterò a nessuno di portarmelo via, a me o ai miei amici».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 17 Febbraio 2016, 08:09
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