Di Cioccio (Pfm): «De André era sempre avanti a tutti. Eredi? Nessuno»

Di Cioccio (Pfm): «De André era sempre avanti a tutti. Eredi? Nessuno»

di Massimiliano Leva
«Fabrizio ha aperto il cuore alla gente. Per comprendere sino in fondo la sua opera occorre forse una vita». Franz Di Cioccio, storico batterista della Premiata Forneria Marconi, che con Fabrizio De Andrè nel '79 registrò Fabrizio De André in concerto Arrangiamenti PFM, ricorda così l'amico e collega.

Se fosse tra ancora tra noi, cosa direbbe dell'Italia di oggi?
«Vedeva sempre avanti a tutti. Leggeva qualsiasi cosa. Non faceva politica, comprendeva gli altri, anche quelli che lo contestavano. Figuriamoci se approverebbe oggi chi uccide per una partita di calcio».

Vede suoi eredi tra le giovani generazioni?
«No, credo che un artista come lui non esista. Possiamo solo aspettarci un giorno qualcuno che sappia parlare come faceva Faber».

Il ricordo più bello?
«Tantissimi, ma forse la cosa più bella era ascoltarlo ogni volta che ci spiegava cosa c'era dietro alle sue canzoni, al senso criptico dei suoi testi che però nascevano sempre dalle cose di tutti i giorni».

Che cosa ricorda di quel tour del '79?
«C'era chi lo contestava. Erano due pubblici diversi: il nostro più rock e il suo. Ma lui sapeva portare verso la sua musica anche i più scettici. Capiva chiunque e non giudicava mai. Era unico».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 9 Gennaio 2019, 08:57
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