Aiello: «Ecco la mia musica per un'estate meridionale»
di Rita Vecchio
Nato in quarantena?
Il mio bisogno di carnalità risale a dicembre ma l’ho vestito in quarantena. Nella mia casa di Roma. La musica mi ha così salvato, distogliendomi il pensiero da quello che stavamo vivendo.
É una canzone che a un certo punto urla “ciotarì”.
Che significa “pazzo” in dialetto calabrese. La canzone è esigenza di leggerezza. Da non scambiare per superficialità. Le parole affondano in una promessa che faccio a me stesso di non cercare una storia finita, ma di trovare nuovi stimoli. Il titolo non è un invito gentile. È viscerale, terreno, carnale. Come lo è per me la mia terra e il meridione tutto.
Nella didascalia del suo profilo Instagram, si legge che lei è “troppo pop, troppo street, troppo meridionale”.
Prima di Ex Voto mi chiudevano le porte in faccia dicendomi che ero “troppo indie”, o “troppo pop”, “o troppo r&b” per fare musica. Quindi ho voluto giocare di anticipo, in modo autoironico. Se mescola questi “troppo” trova “Vienimi (a ballare)” che a livello sonoro è un viaggio nelle mie radici, ricco di spunti bizantini, spagnoli, arabi che si incontrano con la musica street e con il pop cantautorale, quello di Battisti, Dalla, Rino Gaetano. Ritmi travolgenti che sanno di sperimentazione e non vogliono essere inseriti in una categoria specifica.
Il secondo disco quando esce?
Non ho propria idea. Ma ci sto lavorando. Sarà un disco che alterna sudate a lacrimucce.
Parla di meridione. La politica sta lavorando per il sud?
A proposito di “troppo”, temo qui la risposta sia “troppo poco”. Ho più fiducia nel singolo cittadino che nella politica in generale. Sono innamorato dei miei conterranei che spesso sono etichettati in modo negativo. Da cantastorie, voglio raccontare la bellezza del meridione. Non è tutto bello, ci sono problemi, dalla sanità all’economia. Ma la maggior parte dei calabresi sono persone autentiche e bellissime. La Calabria è una terra piena d’arte, di cultura, di storia, di tradizione. L’occhio di bue va acceso sulle cose belle. Onestà, mescolanza etniche, lavoro.
E Salvini, quindi, è si o no per Aiello?
Sono lontano dal suo pensiero. Diciamo così. Il diverso non è qualcosa da cui difendersi. Le mescolanze etniche sono un’opportunità.
Quanto è stato trovarsi in nomination per il David di Donatello?
Entrare in nomination è stato un regalo bellissimo, come se avessi vinto. Amo il cinema. E spero di ritornarci a farne parte.
Le dico una parola: Sanremo. Lei risponde?
Che è una bellissima trasmissione. Non sono uno snob. La vedo tutti gli anni. Non penso che ci debba essere per forza. Non dico che non ci andrò mai. Io dico che se ho una bella canzone, potrei andare. Ma non è un pensiero fisso.
Ha dovuto, come tutti, eliminare le date del suo tour.
Una botta d’arresto pesantissima. Ho fatto Roma e Milano con il pre tour, e le date che avrei fatto sarebbero state quasi tutte sold out. Non vedo l’ora di riprendere, la musica si fa con il pubblico.
Glielo auguro.
Grazie. E io auguro una buona #estatemeridionale. A tutti.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 3 Luglio 2020, 17:41
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