Il sogno americano
Sara è una cittadina e lavoratrice responsabile, paga le tasse e dichiara tutto. Fattura 150mila euro all'anno e sogna di lavorare nell'industria statunitense. Il mese prossimo lascerà il capoluogo lombardo per migliorare l'inglese dirattemente in terra promessa. Ma tra i suoi pensieri non c'è solo il sogno americano: la giovane aspira a fondare un'associazione che possa tutelare le attrici porno e gestire costi, esami di routine e agevolazioni.
Per Sara, però, la società italiana deve ancora fare tanta strada. Il suo lavoro non è ben visto agli occhi di donne e uomini, anche se poi i suoi filmati li guardano: «Il porno secondo me è una forma di espressione, anche se noi attrici siamo ancora percepite come persone un po' deviate. Eppure potremmo spiegare ai ragazzi, per esempio, che il porno è intrattenimento e che alla base di ogni scena c'è il consenso. La realtà è diversa: se non c'è consenso ti devi fermare, altrimenti è violenza. Un video intitolato "Sesso con una sconosciuta" non ti autorizza a essere volgare con la prima che passa per strada. Almeno si faccia educazione sessuale nelle scuole, un'ora a settimana».