Le cattive intenzioni
Nella testimonianza del fratello di Saman ritornano ancora i riferimenti ai due parenti, non imputati, che nelle intercettazioni lui stesso definisce «il cane e il cane coi baffi». Si tratta di due parenti pachistani, Irfan e Fakhar, che frequentavano la casa di Abbas a Novellara e venivano a dare «consigli brutti» su Saman, ha ribadito il fratello, come già detto nella scorsa udienza «Per me quei parenti sono più colpevoli di Noman e Ikram, che hanno fatto questa cosa per rispetto, hanno aiutato lo zio», ha aggiunto in un altro passaggio il 18enne, replicando alle domande dell'avvocato Liborio Cataliotti, difensore dello zio Danish Hasnain e riferendosi con Noman e Ikram a Nomanhulaq Nomanhulaq e Ikram Ijaz, i cugini imputati.
Avevi motivi di rabbia verso Irfan e Fakhar? «Con Irfan sì, perché quando veniva a casa nostra guardava male mia sorella, la guardava con cattive intenzioni», ha detto.